Salerno: Pdl, Roscia «De Luca non sia ingrato con la città»
Il sindaco di Salerno non cessa di stupire per l’imprudenza con cui propina, quasi quotidianamente, le sue folkloristiche dichiarazioni. Inebriato dall’innamoramento di sé stesso, ha detto di “aver lasciato il sangue a Salerno”, la città dove lo hanno votato tutti. Vorrei sommessamente far notare al sig. Sindaco che, punto primo, a Salerno non lo hanno votato tutti, a meno che non consideri il 25% dei salernitani come inesistenti solo perché non la pensano come lui e che, punto secondo, è stato solo grazie a Salerno che è diventato qualcuno politicamente: in venti anni assessore, vice sindaco, sindaco, deputato e viceministro (senza contare la presuntuosa esperienza di candidato governatore della Campania dove venne sconfitto da Caldoro). Peraltro, incarichi per i quali è stato pagato dai contribuenti, come giusto che sia, e dove non mi pare gli siano venuti i calli alle mani a forza di zappare. Vorremmo capire chi mai sarebbe stato Vincenzo De Luca senza Salerno, già formidabile segretario provinciale del Pci/Pds e poi autoproclamatosi uomo al di fuori dei partiti (sic). Quindi, è Salerno che ha dato il sangue a De Luca e non il contrario. Abituato ai vari epiteti come fumo con la manovella, sfaccendati e palle varie, rivolti con disprezzo a chi non la pensa come lui, auguro al nostro sig. Sindaco pro-tempore di misurarsi nelle attività nazionali di viceministro con miglior fortuna di quelle passate di deputato che, francamente, non hanno lasciato grandi ricordi sia a Salerno che in Italia.