Salerno: ancora malasanità al Ruggi
La morte di una persona sieropositiva avvenuta nella giornata di martedì scorso presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno appare assurda e scandalosa. L’assenza di posti letto e l’incapacità organizzativa, le condizioni fatiscenti del Pronto Soccorso, sembrano solo alcuni dei motivi alla base del decesso le cui cause oggettive saranno chiarite nei prossimi giorni dagli organismi preposti. Resta l’indignazione e la rabbia per l’ennesimo abuso ai danni di una persona sieropositiva, tra l’altro senza dimora, che riporta al centro delle cronache la questione della gestione del Reparto Malattie Infettive del Nosocomio Salernitano. Da anni le associazioni continuano a chiedere che siano ripristinate le condizioni minime di assistenza sanitaria, che si pervenga ad una reale collaborazione tra i diversi reparti della struttura di Via San Leonardo e che si attuino protocolli e strategie di sostegno ai pazienti e ai loro familiari. Non vengono accettate le proposte di collaborazione venute dalle associazioni come non vengono consentiti ricoveri in altro reparto dei pazienti, pur sieropositivi, che accedono alla struttura per altre ragioni di salute. Il numero di posti letto, solo sei, appare assolutamente inadeguato rispetto ad una struttura tra le più grandi del Mezzogiorno cui afferiscono ogni giorno decine e decine di pazienti in terapia. Tale condizione di disastro sanitario si inscrive in una più ampia questione regionale, vista l’assenza di posti letto anche nelle altre strutture della Regione Campania, che non hanno potuto accogliere il paziente deceduto dopo oltre una giornata di attesa al Pronto Soccorso Salernitano. Le condizioni che hanno portato a questo decesso sono le stesse che ogni giorno costringono centinaia di pazienti a veri e propri viaggi della speranza in altre strutture nazionali per poter ricevere cure adeguate per patologie correlate, interventi chirurgici e terapie realmente efficaci con un aggravio sulle spese sanitarie non solo dei familiari ma anche del Sistema Sanitario Nazionale. Al di là delle questioni di merito, da chiarire nei prossimi giorni, resta il dramma di chi, fragile tra i più fragili, si vede negato il diritto alla salute e alla vita. Pregiudizi, stereotipi, scarsa informazione e scarsa preparazione degli operatori sanitari sono certamente ulteriori ragioni che amplificano il disagio di quanti, già gravati da un percorso di vita complesso, sono costretti a subire ulteriori discriminazioni. Le associazioni chiedono quindi a gran voce che la Magistratura vada fino in fondo per chiarire l’avvenuto e alla dirigenza dell’ospedale salernitano di aprire momenti di confronto e di collaborazione per affrontare insieme, attraverso impegni e strumenti concreti, tutto il dramma delle persone sieropositive e dei loro familiari.