Migrazione interrotta apertura caccia, Regioni infrangono norme europee

Norme e regole disapplicate in molte Regioni, caccia in periodo di migrazione e bracconaggio dilagante. E’ lo scenario che si presenta per la prossima stagione venatoria, a distanza di tre anni dall’approvazione del recepimento delle norme europee, che prevedono la massima tutela delle specie durante la fase della migrazione e della riproduzione e l’esclusione dalla lista delle specie cacciabili per quelle che sono in stato di conservazione sfavorevole. Lo afferma la LIPU-BirdLife Italia a poche ore dall’apertura ufficiale della stagione di domenica 15 settembre.“Purtroppo molte Regioni faticano ancora a dare piena applicazione alla direttiva europea – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife ItaliaUmbria, Lazio, Toscana, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno ignorato le novità normative introdotte con la legge comunitaria del 2010 e le indicazioni scientifiche dell’Ispra, continuando a varare calendari venatori impostati più per rispondere alle richieste del mondo venatorio che per stabilire modalità di caccia in sintonia con le esigenza di tutela come impone la direttiva comunitaria”. Segnali positivi arrivano da alcune regioni del Sud Italia, che hanno ridotto per varie specie la stagione venatoria, varando calendari venatori che recepiscono parte delle indicazioni scientifiche provenienti dall’Ispra. Particolarmente positivo il comportamento del Molise, che ha integralmente recepito le indicazioni dell’Istituto per la protezione ambientale. Del tutto irrisolto purtroppo il problema delle 19 specie in cattivo stato di conservazione per le quali è autorizzata la caccia. Le regole prevedono che, in attesa di adeguati piani di gestione, si debba sospendere per queste specie, in via cautelativa, l’attività venatoria.  Alcune Regioni hanno escluso dalla lista delle specie cacciabili moretta e combattente, ma per altre 17 il problema persiste .“Il problema del bracconaggio rimane drammatico e insoluto – prosegue il presidente Lipu – pene inadeguate e controlli ancora largamente insufficienti fanno sì che l’illegalità venatoria sia ancora profondamente radicata. E’ clamoroso il caso del falco di palude, specie particolarmente protetta, abbattuto nel Lazio nell’unico giorno di preapertura il 1° settembre scorso. In questo caso l’animale è stato fortunatamente ritrovato e affidato alle cure dei volontari Lipu, ma quanti sono gli uccelli protetti colpiti a fucilate e abbandonati nelle campagne di cui non ne veniamo a conoscenza? Forse migliaia se non di più“.“Il sentimento comune degli italiani è contro una caccia senza regole mentre più della metà la condanna totalmente – conclude Mamone Capria – Invece è arrivata l’ora che le norme siano applicate in modo puntuale e che le indicazioni del mondo scientifico siano pienamente rispettate. La fauna selvatica è un bene del Paese, quindi di tutti, e non un qualcosa a uso e consumo di pochi ”.