Montoro Inferiore: presentazione libro di Antonia Alfano
Di recente si è tenuta, presso il chiostro dell’Annunziata del Comune, la presentazione dell’ultima “fatica” letteraria della studiosa di tradizioni popolari Antonia Alfano, originaria del luogo. La pubblicazione si intitola: “Famme nu cunto”, cioè: “Raccontami una storia” – in Napoletano – e consta di ben duecento pagine dense di riferimenti culturali all’antica società della produzione letteraria e sociologica orale: in pratica la voce degli anziani che si riunivano attorno al fuoco – in inverno – o sull’aia, nella bella stagione; dall’incontro tra generazioni nascevano così – spontaneamente – pillole di saggezza popolare dal forte e simbolico valore antropologico e narrativo. Il merito ascritto e riconosciuto alla scrittrice è quello di aver riportato e fissato nero su bianco le antiche consuetudini, i costumi dell’epoca contadina e di una società rurale nel complesso semplice ma onesta. Ha presenziato il sindaco Salvatore Carratù e ha condotto, tramite contaminazioni artistiche e letterarie, il compagno di Antonia Alfano: il poliedrico attore e regista Mimmo Guarino, esperto del teatro delle ombre nonché esponente di un nuovo modo di “fare teatro”, appunto la “nuova” drammaturgia. Così, tra eventi e sorprese ricche di trasalimento e una originale, forse unica modalità di attuare una presentazione non formale e/o non convenzionale – grazie appunto a Guarino – si è potuta vivere appieno tale operazione di conservazione della memoria: il tutto in “via della fantasia”, non-luogo immaginario eppure reale, dove dovremmo – forse – approdare tutti per gustare la sapienza ancestrale dei racconti e delle favole, per incantare e valorizzare ognuno di noi. Il libro contiene trenta “cunti” in vernacolo montorese, a cavallo tra la parlata irpina e la dicitura dell’hinterland partenopeo; i cunti vengono poi tradotti in un Italiano che però conserva la ricchezza e la vivacità del dialetto di tale zona. “Tramite questa mia opera – afferma la Alfano – è mio desiderio trasmettere la tradizione orale della mia gente, arrivata fino a noi, per coinvolgere i giovani e le nuove generazioni.” “La mia intenzione – prosegue – è stata quella di fermare su carta e non mediante e-book le storie tipiche del mio comprensorio, non volendo essere certamente tradizionalista ma nemmeno demandare tutto al mondo virtuale digitale.” Lo spettacolo di Mimmo Guarino, come detto in precedenza compagno (“cum panis”, colui che condivide il pane) dell’autrice, constava della lettura di alcuni racconti – uno più intenso e ben congegnato dell’altro – all’interno del volume, con interventi vocali e musicali, con più “interruzioni” seguendo il fil rouge non canonico delle parole e delle melodie nonché momenti topici sapientemente mescolati tra loro come ingredienti veraci. Una serata dunque “magica”, oltremodo “speciale”. Un viaggio immaginifico tra sonorità e ritmi del passato, con numerosi interventi proprio “a cura” del folto pubblico, sollecitato dall’attore Guarino; infatti tanti sono stati i ringraziamenti e le riflessioni da parte degli astanti, chiamati a calda voce dal presentatore in qualità di “illustri relatori” – proprio come ci si aspetterebbe in un convegno “normale”, rituale, dove c’è sempre la personalità di rilievo che disserta, spesso annoiando, sul libro e sull’autore! Il trionfo della fantasia, quindi, nell’opuscolo della Alfano, ma anche una pubblicazione attuale e di pregio: lo stesso sindaco Carratù ha elogiato la studiosa ed ha promesso che tale libro diverrà “patrimonio culturale del Comune di Montoro Inferiore.” – sono sue parole. A sostenere poi Guarino, altri interpreti in qualità di “attori” o “cantanti”, come l’avvocato Marzia Landi, nel duro compito di supportare delle letture in simbiosi con musiche e quant’altro. Non sono mancate opportune riflessioni e “confidenze”, a mo’ di spiegazione, da parte della scrittrice: ella ha ricordato i suoi “tanti anni di ricerca” sugli argomenti trattati nell’opera, parlando del fatto che i primi racconti da lei ascoltati sono stati narrati dalla “gente” del suo paese, cioè dalla nonna “Andunella”, dai genitori e dagli anziani del vicolo. Infine è stata ricordata la forte valenza etica insita nel “cunto”, pensato e creato – sembrerebbe – per incantare e intrattenere i bambini ma in realtà rivolto agli adulti. La metafora del viaggio e dell’esistenza sono – in conclusione – radicati in questi particolari generi letterari fantasiosi ma concreti: i racconti ancestrali così ben descritti da Antonia Alfano!