Berlusconi all’ennesima prova video
Del Berlusconi mediatico si è detto e visto tutto. Per anni il mantra comune ci ha rammentato di come in Italia prima dell’arrivo dell’uomo di Arcore non si facesse campagna alla stessa maniera in cui lo si fa oggi. Svaniti i comizi di massa, col Cavaliere in politica entrarono i professionisti della propaganda in grado di costruire immagini e miti, lanciando l’epopea berlusconiana. E poi il video, favorito dai canali a disposizione l’offensiva dell’allora Forza Italia fu devastante, un impatto più unico che raro. Sono passati vent’anni da allora, vent’anni in cui Berlusconi non è più novità ma una realtà storica consolidata, vent’anni in cui il mondo è profondamente cambiato muovendosi verso nuovi equilibri europei, ma vent’anni in cui lo stesso modo di fare politica è profondamente mutato. Eppure ritorna Forza Italia, il partito-azienda come spesso lo si è definito, un marchio più che un soggetto politico, pronto a riagganciare i vecchi elettori che magari da diverso tempo hanno abbandonato il leader. Alla fine sta tutto nel leader, nel partito personale conta la persona al centro, e difatti non è un caso se anche il Popolo della Libertà erede di FI ha sempre perso voti quando Berlusconi se ne allontanava, quando si faceva da parte o non era coinvolto (vedesi tutte le elezioni non a livello nazionale). Vent’anni fa come oggi, e vent’anni fa come oggi ritorna il video-messaggio, emblema delle campagne berlusconiane. Eppure non tutto va come previsto, il grande innovatore dei media pare non aver fatto centro. Secondo Blogmeter, piattaforma che valuta il movimento online su Twitter e Facebook, questa volta il messaggio non ha suscitato l’interesse sperato, con molte meno visualizzazioni e discussioni rispetto alle ultime uscite video del Cavaliere. Il sondaggio SWG per la trasmissione Agorà rileva che solo i sostenitore del PDL hanno apprezzato il messaggio, con un gradimento di 8.7 su 10, mentre tale cifra scende a meno di 4 per gli elettori in generale. Certo, l’ultimo Berlusconi ha sempre fatto leva sui “suoi” piuttosto che convincere i suoi avversari, ma la conquista di consenso passa anche per l’acquisizione di elettori allontanatisi o indecisi, e stavolta l’obbiettivo pare non essere stato raggiunto, con un messaggio ritenuto trito e prevedibile. Non è solo una questione di contenuti, a voler essere maligni non erano nuovi nemmeno quando a febbraio il messaggio sull’IMU riscosse grande successo, è anche di mezzo. Il video-messaggio è un messaggio senza risposta, un monologo come se ne sono sentiti già tanti. Berlusconi negli ultimi anni ha invece guadagnato tantissimo nel confronto aperto, anche in terra nemica. La sua ospitata da Santoro, antiberlusconiano che sta al gioco per audience, suscitò forte impressione segnando una svolta nella campagna. I confronti video l’hanno sempre visto vincere in dialettica con avversari che invece parevano impreparati. Il rifugiarsi nella sicurezza del monologo video ha assunto quindi i connotati di un ultimo tentativo per smuovere le masse sulle questioni che lo riguardano, universalizzandole nell’invito a reagire a una malattia che sembra lontana ma potrebbe colpire tutti. L’impressione, però, è che i colpi migliori di una futura campagna originerebbero proprio da un’eventuale decadenza, donandogli nuovamente un peso mediatico ineguagliabile.
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