Referendum: urne deserte!
Qualcuno non ha rinunciato al mare. Ad un bagno salutare, per dirla con Storace, malgrado il tempo incerto e le nubi in agguato. Dalle prime proiezioni, prelevate alle ore12,00, su scala nazionale solo il 4,3% ha votato i primi 2 questiti referendari, mentre per il terzo, legato alla presenza del candidato in più circoscrizioni, l’adesione è stata del 4,11%: alle ore 19,00, invece, del 5,3% la percentuale. Fino a giungere intorno al 15% alle ore 22,00.Numeri comunque troppo bassi per far sperare al Governo che quest’altra spesa elettorale, passi con il quorum previsto. Tra astensionismi, appelli al non voto e clima estivo, il popolo italiano, fino a quest’ora sta rinunciando volutamente al suo diritto democratico. Un po’ perchè già alle europee, il polso di una situazione lontana. Il massiccio astensionismo, oculato esame del voto, nel riflettere sulla validità delle elezioni, postulate in un certo modo. Ancora di più il discorso, ascrivibile al Referendum. Che permane un rebus per la sua scarsa chiarezza. Solo in presenza del divorzio e dell’aborto, transitati anche sulla confusione, della contrapposizione, il No, Sì ed il contrario, squillò la campanella generale per tutti. Per il resto, ogni volta ci s’industria a come studiare i colori delle schede ed a come complicare i quesiti, formato lenzuolo. Alle recenti provinciali, la scheda gialla, smisuratamente larga. Tanto da non essere ripiegata accuratamente da molti elettori. Restituita ai presidenti di seggio, spesso ancora aperta. Nella speranza che venisse ripreso il legittimo verso, per la pluri quadrata forma. Ora, con il Referendum, scaturito da un parto distocico già in merito alla data dell’indizione, al di là dei proclami politici, un nonsense per molti. Nella nostra provincia, fibrillante per la Giunta provinciale, già si respirano i malumori di quanti avevano atteso una nuova carica, quella del centro-destra, che cambiasse musica. Ed invece, il fatto che molti, troppi, troveranno un assetto nell’ambito di Palazzo Sant’Agostino, come si vocifera da giorni da più parti, con scarse preferenze o addirittura, senza esser minimamente transitati per le urne, lascia sfiduciati. Altro che sovranità popolare!
Un tempo ci si credeva nei Referendum ma poi abbiamo assistito allo stravolgimento della volontà popolare come avvenne sul finanziamento pubblico ai partiti.E allora a cosa serve recarsi alle urne? Ormai stiamo assistendo all’aumento vertiginoso di molta gente che “schifata” da una classe politica oltremodo vetusta e statica si astiene dal voto!….