Giovani…a caccia di futuro straniero!

di Rita Occidente Lupo

Sì viaggiare…per trovar lavoro! Luogo comune ormai, con e senza trolley, in soffitta la vecchia valigia di cartone, per spendere le proprie competenze. O acquisirne di nuove, nell’ambito di scambi commerciali e di richieste europee. Figli mammoni, out! Per sopravvivere a spread e spending review. Unico imperativo delle nuove generazioni, espatriare! Nella consapevolezza che in casa propria, ormai non più occupazione! Concorsi fantasma, con sparuti posti in piattaforma, inversamente proporzionali alle falangi di candidati senza speranze, in casa nostra non fanno più notizia! La mappatura di un’Italia che arranca, nemmeno più a due velocità! Orfana di spaccati lavorativi per i propri autoctoni, pur continuando ad immagazzinare braccia immigrate! La famiglia italiana, rassegnata ad amputare dal proprio nucleo convivente, rampolli con sogni nel cassetto. Dinanzi allo stato sociale, procrastinante tempi solutori, nella risoluzione di problematiche sempre a tappeto, la consapevolezza che la formazione dei giovani non prescindibile da un’esperienza internazionale. L’impelleza d’ investire sulla crescita professionale delle nuove leve, nell’ottica degli scambi culturali mondiali, non più in panchina. Stage aziendali, volontariato ecologico, lavoro alla pari, per giovani a caccia di futuro, in mete anglofone, Usa ed Inghilterra per lo più, con un sufficiente interesse anche per Australia, Canada o Cina. Non solo le famiglie consapevoli della necessità di far misurare i figli con esperienze di alto valore formativo, ma gli stessi giovani, convinti d’espatriare per un bagaglio culturale internazionale, con tanto di pratica in lingua straniera. Paradossale il feed back, rimandante a periodi post bellici, che videro i nostri connazionali, allocarsi presso Paesi oltr’Alpe. Ora, le mete, sembrano addirittura allungarsi e se un tempo la patria Cantoniera, all’ombra del verde e dei laghi, appannaggio di tanti anche affettivamente, ora con la chiusura delle frontiere, alla luce del recente referendum, centellinate le presenze straniere. In barba ad ogni normativa europea, per i liberi scambi, c’è chi cerca di tutelare la propria popolazione, ridistribuendo le reali risorse in maniera proporzionale. Senza illusioni di sorta né speranze di terre promesse, come ancora avviene per quanti approdano sulle coste dello Stivale, convinti d’aver toccato la terra dei balocchi! Oggi, l’Italia, che ha dilatato i propri orizzonti non solo con la moneta unica, deve fare i conti con le reali opportunità del mercato: con il costante allerta della disoccupazione, che riesce in ogni caso ad ospitare chi profugo da un Paese in guerra, tenta la salvezza a costo della propria incolumità! Mentre gl’Italiani, popolo di poeti, santi e navigatori, espatriano poetando, navigando e cercando d’adeguarsi ad altre culture anche religiose, la commistione etnica in casa nostra bombarda centri d’accoglienza, al grido di “Pane!”