Fisciano: storia di Vincenzo Salsano

Anna Maria Noia

Sfrattato perché, in qualità di invalido, non gli è possibile lavorare e dunque non paga più – da poco, peraltro – la pigione per la casa in cui vive, fino a giovedì quando gli sarà intimata e contestata ufficialmente la morosità: è la triste storia di Vincenzo Salsano, umile e dignitoso 57enne originario di Cava de’Tirreni che risiede da tempo in via Barbuti di Fisciano, assieme alla moglie Antonietta Greco e soprattutto con una bambina, Francesca Pia, di appena sette anni. L’uomo è attualmente difeso dal legale Rosaria Vietri, che si sta impegnando affinché vengano rispettati tutti i diritti di questa indifesa persona, la quale non chiede altro se non l’assegnazione di un alloggio popolare – e gli spetta a tutti gli effetti! Salsano è invalido civile al settanta per cento, soffre di patologie varie: ha il diabete, ha subito tre operazioni all’occhio per un glaucoma, è inoltre cardiopatico, ha l’artrosi: dunque è una di quelle “categorie” che noi cronisti definiremmo – con un termine antipatico – “svantaggiate”. Lo sfratto esecutivo è previsto per giovedì prossimo 27 marzo, alle 8 del mattino, quando i carabinieri della compagnia di Fisciano – assieme all’ufficiale giudiziario – interverranno coattamente.“Non ho potuto pagare l’affitto perché ho perso la mia occupazione, il mio lavoro – sostiene Salsano – proprio a causa delle malattie croniche di cui sono oberato.”“Prima di tanti interventi chirurgici – dichiara questo buon uomo – prestavo servizio al porto di Salerno, come autista presso Trans Memoli. Poi mi sono ammalato.”Vincenzo Salsano è stato costretto a lasciare il lavoro circa un annetto fa; da allora vive di espedienti, ma non riesce a spendere i sia pur pochi 350 euro al mese che gli garantirebbero almeno di poter rimanere nella attuale abitazione – se non una esistenza quotidiana adeguata e serena! Salsano ha vissuto fino al 2011 in via Schiavone a Salerno, in casa di parenti della moglie; poi si è trasferito nella Valle Irno. Dove ha potuto pagare le spese per l’abitazione per un lungo periodo, infine non è riuscito ad evitare l’esecuzione per morosità. Il Nostro ha dichiarato di sapere dello sfratto da più di tre mesi, ma c’è di più: dopo aver segnalato la sua situazione e le condizioni di precarietà che lo assalgono ai servizi sociali del Comune e dopo aver parlato con il sindaco Tommaso Amabile in persona (che gli ha elargito tante rassicurazioni), si è dovuto rivolgere all’avvocato Vietri, che ha prodotto delle istanze per l’assegnazione di un fabbricato popolare in via del Centenario. Ebbene, pur avendone egli palese diritto e pur essendo tali alloggi in gran parte vuoti, Salsano andrà in mezzo a una strada con la bambina senza una soluzione definitiva! Abbiamo ascoltato la voce della Vietri, che ha dichiarato di aver proposto un’impugnazione della sentenza di sfratto di cui – peraltro – i proprietari sono a conoscenza. “L’ufficiale giudiziario di Nocera – ha espresso Rosaria Vietri – ha intimato al mio cliente lo sgombero del 27 marzo, annunciando che si presenterà con la forza pubblica. La nostra opposizione, però, risulta già depositata e la mostreremo all’ufficiale stesso.” Nel frattempo Salsano ha maturato i requisiti per disporre dell’alloggio popolare; le case risultano agibili, si devono però potenziare i viali d’accesso: l’avvocato spera che il suo assistito goda almeno di questa possibilità. In favore della famiglia Salsano si sono attivati Emilio Esposito ed Ugo De Santis della Croce Rossa di S. Severino.