Mercoledì 2 Aprile-Vangelo Commentato di Giovanni 5: 17,30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore.
Commento al VANGELO (Gv 5,17 – 30)
E’ la prima parte della risposta di Gesù, alla discussione sulla guarigione del malato alla piscina di Betza in giorno di sabato. Il punto di partenza è la risposta di Gesù: ” Il Padre mio opera sempre ed anch’Io opero “, che viene intesa dai giudei come affermazione della sua eguaglianza con DIO, suscitando le loro ire e il tentativo di ucciderlo. Ciò che segue è la lunga risposta di Gesù, che non è una sconfessione della legge del sabato, ma un approfondimento teologico. I teologi giudaici infatti distinguevano l’attività creatrice di DIO cessata in giorno di sabato ” e il sabato si riposò”: dall’attività di governo che continua anche di sabato con la Provvidenza. Il miracolo compiuto da Lui è opera del Padre perchè Lui fa sempre soltanto ciò che fa il Padre e continua la sua rivelazione spiegando agli interlocutori la sua uguaglianza con il Padre. Nel Vangelo odierno si notano due punti essenziali del suo mistero: ha il potere di risuscitare i morti che nell’Antico Testamento, questo potere era prerogativa esclusiva di Jahvè, che lo esercita a suo piacere, ora questo potere è stato dato al Figlio. L’altro potere è quello di giudicare tutti gli uomini e deriva dal primo: come il Figlio ha il potere sulla vita e sulla morte degli uomini, ha necessariamente quello di dirigere il corso della loro vita e di sanzionare le loro opere con un destino eterno di felicità o di condanna. E’ la parola ascoltata che dà la vita eterna !