Salerno: NoCrescent scrive a Miccio e Franceschini
Pregiatissimo Soprintendente, è finalmente giunto il tempo di invertire la rotta funesta che ha portato il patrimonio architettonico e paesaggistico del nostro Paese a vivere stagioni di degrado e di regressione culturale. Il mastodontico lotto cementizio chiamato <Crescent> è la plastica espressione di quel degrado culturale e paesistico che da decenni la collettività è costretta a subire, ad esclusivo vantaggio dei privati e degli speculatori. Come le sarà noto, quel condominio privato -sostenuto da colonne doriche prefabbricate- è divenuto, sul piano nazionale, l’emblema del cattivo gusto estetico, della “mala gestio” del territorio, più segnatamente del demanio marittimo, dello svuotamento di valori morali e culturali. Una diffusa opinione pubblica, anche in ambito nazionale, ha condiviso critiche aspre verso quel condominio, come pure decine di parlamentari di ogni segno politico, di accademici, di storici dell’arte, di esponenti del mondo della cultura hanno espresso convinte disapprovazioni nei confronti dell’intervento urbanistico. Ricorderà come la stessa Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistica con una nota del settembre del 2009 inviata al Comune di Salerno esprimeva “forti perplessità in merito alla soluzione progettuale” invitando l’ente locale a rivedere il progetto medesimo. Non è tutto, Signor Soprintendente. La “muraglia” che ha già alterato tratti significativi del lungomare cittadino, del centro storico, di un paesaggio urbano dal valore consolidato, è anche il simbolo dell’illegalità. Tutte le autorizzazioni paesaggistiche comunali sono state, nel tempo, annullate dai Giudici amministrativi, le autorizzazioni rilasciate dal Soprintendente che l’ha preceduta sono oggetto di approfondite indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno. Come noto, il Gip del Tribunale Penale di Salerno, con decreto dello scorso 15 novembre, ha disposto il sequestro del cantiere del caseggiato Crescent, l’inchiesta vede coinvolti, a vario titolo, decine di indagati (tra essi, politici, dirigenti comunali, dirigenti della Soprintendenza, costruttori) per delitti contro la pubblica amministrazione (abuso d’ufficio in concorso) o contro la pubblica fede (falso ideologico in atto pubblico). Tuttavia, nella vicenda sono in contestazione anche specifici reati ambientali quali la lottizzazione abusiva e l’opera eseguita in assenza di autorizzazione, con ipotizzata violazione delle norme che direttamente tutelano il bene ambiente nonché il bene paesaggio al quale lo Stato riconosce protezione nella Carta Fondamentale (articolo 9). Signor Soprintendente, è questo il momento per invertire una rotta buia, funesta. Nelle Sue mani v’è ora la possibilità, l’opportunità, di dare un segnale decisivo perché a Salerno, e quindi all’Italia, si possa restituire il giusto valore alla bellezza, al paesaggio, all’ambiente, alla legalità. Lei in questa scelta non è solo. Una parte consistente della città, e dell’Italia, esplicita con azioni concrete e ripetute la volontà di non vedere negati quei concetti essenziali, contrastando così le tendenze all’indifferenza, all’affarismo che misura le cose col “metro del denaro”, all’affermazione di politiche urbanistiche regressive, spesso sostenute dal falso mito della (finta) riqualificazione. Indro Montanelli in un memorabile articolo dal titolo “Resistere ai privati”, pubblicato il 12 marzo 1966 sulle pagine del Corriere della Sera, sosteneva: “Un soprintendente è tenuto a compiere sopralluoghi, controllare perizie, dirigere i lavori, pubblicare studi, redigere piani paesistici, ma soprattutto resistere ai privati che vorrebbero distruggere tutto per rifarlo in vetrocemento, quasi sempre con l’assenso e l’appoggio delle autorità”. È questo il tempo, Signor Soprintendente, per “resistere ai privati”, per invertire sul serio la
rotta, adottando ogni misura utile ad impedire che una enorme speculazione privata travolga e stravolga per sempre l’armonia urbanistica e paesaggistica dell’area più rappresentativa della città.
Con fiducia, porgiamo un cordiale saluto.
No crescent Italia Nostra