Le priorità italiane – prima di tutto la legalità

 Giuseppe Lembo

Finalmente l’Italia è veramente unita; è unita più che mai nel nome della corruzione, un nome sempre più condiviso dal Nord al Sud del Paese. Nella corruzione che non conosce limiti e tanto meno confini geografici, si identifica l’Italia del Terzo Millennio. Altro che mani pulite! Altro che barricate leghiste alzate dai bossiani lombardi per gridare ai quattro venti che il fenomeno della corruzione era unicamente e solo un fenomeno meridionale; un fenomeno con le sue profonde radici nel Sud malavitoso e con protagonisti di primo piano mafiosi e camorristi eccellenti, solo qualche volta in combutta con qualche politico meridionale alla ricerca di vie brevi per illeciti e facili arricchimenti. È bastato un ventennio e gli scenari sono oggi completamente cambiati; siamo più che mai in senso compiuto di fronte al miracolo italiano. L’Italia non è più disunita; non è più duale; è un Paese coeso con un’anima sola. Il grande miracolo italiano è avvenuto nell’ultimo ventennio italiano nel nome di una parola magica; corruzione è il termine che miracolosamente è riuscito ad unire l’Italia, superando tutti gli ostacoli che per oltre 150 anni, hanno reso impossibile unire gli italiani, rendendo così concreto quel grande sogno di unità di fatto mai raggiunta. Con il nuovo secolo ed il nuovo millennio finalmente l’unità d’Italia è un’unità compiuta nel nome santo e santamente solidale della corruzione. L’insieme italiano comprende la grande unità di un Sud sussidiario ed assistito con un Nord-Est laborioso, con eccezionali risorse da lavoro che non sono state assolutamente sufficienti a soddisfare i sopravvenuti appetiti dei tanti non più soddisfatti del proprio onesto benessere, per cui alla ricerca anche di arricchimenti facili, un vizietto italiano caro ai “meridionali terroni” non meno di quanto si è manifestato altrettanto caro ai “polentoni del Nord-Est”, dove la fonte della ricchezza era il lavoro; era il fare impresa, nella quale rimboccandosi le maniche, erano tanti a spendersi; a spendersi con sacrifici, investendo il meglio di se stessi. Dimentichiamo spesso che l’Italia è tra l’altro, terra di santi; di tanti miracolosi santi che per evitare le gelosie delle dualità italiane, hanno deciso di fare il grande miracolo rendendo così l’Italia della “miracolosa” corruzione, unica ed indivisibile. Finalmente, giustizia è fatta! Ciascuno degli italiani può felicemente vantarsi di appartenere all’Italia della corruzione e dei corrotti, non più e solo un fenomeno del “cattivo Sud”, ma anche  e purtroppo, del “virtuoso Nord”, compreso il laboratorio Nord-Est dove i suicidi eccellenti per sopravvenuta crisi del Paese che, in forte recessione, sta ormai smantellando i suoi gioielli di una ricca produzione sia di grande che di media e/o piccola dimensione, sono oggi affiancati da mazzettieri eccellenti di tutte le risme e di tutte le appartenenze (da rigoroso e responsabile cultore della legalità, i nomi eccellenti coinvolti nel giro delle prestigiose mazzette, fatte di milioni di euro, li considero solo nomi di indagati accusati, in attesa di giudizio). Essere giudici severi nel solo nome di un populismo giustizialista non giova a nessuno, anzi è un grave danno per tutti gli italiani. L’Italia dal malessere infinito non finisce mai di stupirci; non ci sono soldi; mentre si succhiano anche le ultime gocce del sangue dei poveri cristi disperati ad un punto tale da preferire la morte ad una vita d’inferno, c’è poi la violenza indecente di chi ruba offendendo a morte la dignità della gente sempre più abbandonata a se stessa e sempre più priva di tutto per colpa di infami che pensano al “tutto per sé”. Purtroppo l’Italia degli insaziabili non si fa scrupolo di niente; non si preoccupano delle povertà diffuse perché sono proprie quelle aree del malessere e della sofferenza umana assolutamente accessoria e funzionale alla conservazione della ricchezza, di un privilegio per pochi egoisticamente organizzato dai poteri forti della Terra che pensando diabolicamente solo a se stessi fanno funzionalmente tutto per il pieno raggiungimento di questo obiettivo. E così si fanno forti di un’etica del rubare che rubare non è, ma solo concentramento della ricchezza dai più fastidiosi e rompiscatole ai soli pochi, i nobili signori e padroni eccellenti del mondo. E così anche il nostro Paese per non essere inferiore agli altri grandi paesi del mondo, a quei paesi che nel mondo dall’alto dei loro privilegi e della loro ricchezza contano più degli altri, cerca di essere all’altezza allineando la catena del benessere e dei potenti che la rappresentano.