Medjugorje: Padre Manzi “La mia vocazione parte da lì”

 Rita Occidente Lupo

“La mia vocazione sacerdotale, a Medjugorye. Già precedentemente avevo vagliato la chiamata, ma lì non ho avuto più dubbi.” Inizia così padre Aldo Manzi, frate cappuccino, 53 anni, al convento di Fuorigrotta a Napoli. Parla con tono pacato, cauto, come deve un consacrato che attende il verdetto della Chiesa sulla veridicità dei fatti che, dagli anni ’80, vedono protagonisti 6 veggenti. Tra dubbi e fede, fanatismo e conversione, Medjugorye negli anni ha tenuto alto il polso della spiritualità. N’è convinto Manzi, che da tre anni, dedica il mese d’agosto alle confessioni nella terra delle apparizioni. Di bagni di folla, ne ha visti tanti, come di segni nel cielo. Soprattutto nelle coscienze, di quanti gli aprono il cuore. “Anche la mia vocazione sacerdotale, un dono ed una grazia. Insegnavo educazione fisica nelle scuole medie e fino al ’92 son stato nel convento cappuccino d’Agnano, vicino alla Solofrana, luogo del martirio del Patrono napoletano. Sulla pietra sulla quale fu decapitato San Gennaro, il convento. Pietra che, in occasione del rinnovo del suo miracolo, il 19 settembre e la prima domenica di maggio, continua ad arrossarsi, come se fosse sangue vivo a sgorgare. Contemporaneamente al fenomeno della liquefazione nelle ampolle in Cattedrale. Giunsi dopo un periodo di frequentazione nel cammino francescano qui a Margellina, a guidare i fedeli. Era un 5 agosto, giorno del compleanno della Madonna, come da Lei stesso dichiarato ad una delle veggenti e mi trovavo a Medjugorje per la prima volta. Per curiosità, per fede, perché invitato da un gruppo. Durante l’Eucarestia, avvertii indistintamente che la Vigna del Signore aveva bisogno di me. Non esitai e risposi alla chiamata: avevo 34 anni, un lavoro, età adulta. Capii che la Madonna mi voleva in altro ruolo, non laicale. Tanti i segni inequivocabili che ricevetti: inspiegabilmente, mentre pregavo, mi s’avvicinò Padre Slavko.  Invitò me ed alcuni giovani a salire nella parte superiore della Chiesa: mi sentii un privilegiato, rispetto alle migliaia di pellegrini che restavano di sotto. Non sapevo ancora che sarei stato testimone oculare delle apparizioni. Di lì a poco, infatti, giunse la veggente Maria: s’inginocchiò dinanzi a noi ed il suo volto iniziò a trasformarsi. Vedevamo le sue labbra muoversi, come se stesse colloquiando con qualcuno, ma in silenzio. Mi colpì profondamente il candore del suo volto e la letizia trasparente. Come in trance, con lo sguardo rivolto al cielo, una forte profondità di fede, restò qualche minuto raccolta. Poi si alzò, senza perdere la seraficità del  volto. Confuso, frastornato, ma grato a Dio d’esser stato scelto per un tale prodigio, crebbe la mia fede. Passando attraverso tanti episodi. Nell’agosto del ’94, insieme a circa 20.000 persone, dopo l’adorazione eucaristica, intorno alle 23,00, sulla collina delle apparizioni scorgemmo una stella pulsare intensamente. Lo spettacolo coinvolse tutti, strappando un applauso generale. Credenti e scettici, tutti guardavamo il cielo, non sapendo dare una spiegazione razionale. Ma a Medjugorje, di razionale, molto poco. Come le guarigioni del cuore, innumerevoli: tanti miei parrocchiani, a confessarmi d’aver mutata condotta dopo la visita slava. I segni fisici poi, il timbro del Cielo! Come a Silvia Busi. La conobbi due anni fa, dopo esser stata guarita a Medjugorye. Mi raccontò le difficoltà della sua malattia, sulla sedia a rotelle per la sclerosi multipla. Andò a Medjugorye con fede. Volle esser portata sulla collina delle apparizioni, tra enormi disagi per le pietre e la salita. Improvvisamente avvertì un grande calore agli arti. Poi una voce che l’invitò ad alzarsi. Accanto a lei, il veggente Ivan. Era agosto, la serata serena e tutto invitava al raccoglimento. Silvia s’alzò e riuscì a staccarsi dalla barella. Si mise in piedi, anche se barcollante, sentendosi autosufficiente al 70%.  Rientrata a casa, riprese a vivere con qualche difficoltà motoria rientrata l’anno siuccessivo. Grazie a Padre Ljubo, a Medjugorje dove ritornò, che le fece una preghiera di guarigione. Ora, attiva nel guidare gruppi e pellegrinaggi verso la meta della fede, per lei vero e proprio miracolo, ha depositato tutto l’incartamento all’ufficio a Medjugorje preposto, annesso alla Chiesa. Altre testimonianze rientrano nel ripristino di coppie che, sul punto di separarsi, dopo  il viaggio slavo hanno recuperato la dimensione affettiva e familiare. La Vergine tiene molto alla famiglia, come ha detto nelle apparizioni ed ai giovani, per questo li scelse. Proprio perché li vede, in questo particolare momento dell’umanità, maggiormente vulnerabili. Ricordo una donna cecoslovacca, sposata ad un italiano, madre di sette figli. L’ultimo,  di due anni, si scottò con l’acqua bollente e finì in coma all’ospedale di Mostar. I medici disperarono di salvarlo. La donna trascorse una nottata intera a pregare con fede la Madonna. L’indomani, con enorme meraviglia dei medici, per il piccolo, al quale prognosticate solo poche ore di vita, cicatrici al posto delle scottature ed epidermide in via di ripristino. La guarigione era evidente! La madre, ad attribuirla alla Vergine, i medici a giudicarla inspiegabile. L’incartamento clinico, con certificazioni mediche relative, al vaglio degli organi competenti del bureau in loco. Occorrerà attendere che la Chiesa possa pronunciarsi sui fatti, che dagli anni ’80 hanno visto milioni di persone accorrere in Jugoslavia. Si è orientati a riconoscere, almeno al momento, le prime 7 apparizioni, alcune anticipatrici della guerra che poi sconvolse il Paese. I dubbi che molti hanno su Medjugorye. naturali. Ma la Madonna ha parlato, nei 10 segreti che ha affidato ai veggenti, che continuano a vederla ognuno nel luogo in cui si trovano, contemporaneamente, di periodo molto buio per l’umanità, invitando alla conversione. Miriana, ha  ricevuto i 10 segreti nel 1982, Ivanka nell’85, poi Iacov, mentre Viska, Ivan e Marja devono ricevere ancora l’ultimo: sarà poi il francescano Padre Petar a rivelarli. Comunque i veggenti  mostrano grossa conoscenza spirituale, anche se molto semplici. Il perché delle apparizioni?  L’invito a rinnegare il peccato, giacchè questo mondo è senza Dio: dopo la conversione che avverrà, ci sarà la riscoperta del sacro e l’umanità si riaccosterà a Dio. Questo il succo di tutte le apparizioni. Credere a Medjugorje significa credere che la Mamma celeste ci vuol salvi: i suoi moniti così frequenti e assidui negli oltre 30 anni, per farci invertire la rotta del peccato, riscoprendo la pace del cuore!”