Le priorita’ italiane – prima di tutto la legalita’
Finalmente l’Italia è veramente unita; è unita più che mai nel nome della corruzione, un nome sempre più condiviso dal Nord al Sud del Paese. Altro che barricate leghiste alzate dai bossiani lombardi per gridare ai quattro venti che il fenomeno della corruzione era unicamente e solo un fenomeno meridionale; un fenomeno con le sue profonde radici nel Sud malavitoso e con protagonisti di primo piano mafiosi e camorristi eccellenti, solo qualche volta in combutta con qualche politico meridionale alla ricerca di vie brevi per illeciti e facili arricchimenti. È bastato un ventennio e gli scenari sono oggi completamente cambiati; siamo più che mai in senso compiuto di fronte al miracolo italiano. Il grande miracolo italiano è avvenuto nell’ultimo ventennio italiano nel nome di una parola magica; corruzione è il termine che miracolosamente è riuscito ad unire l’Italia, superando tutti gli ostacoli che per oltre 150 anni, hanno reso impossibile unire gli italiani, rendendo così concreto quel grande sogno di unità di fatto mai raggiunta. L’insieme italiano comprende la grande unità di un Sud sussidiario ed assistito con un Nord-Est laborioso, con eccezionali risorse da lavoro che non sono state assolutamente sufficienti a soddisfare i sopravvenuti appetiti dei tanti non più soddisfatti del proprio onesto benessere, per cui alla ricerca anche di arricchimenti facili, un vizietto italiano caro ai “meridionali terroni” non meno di quanto si è manifestato altrettanto caro ai “polentoni del Nord-Est”, dove la fonte della ricchezza era il lavoro; era il fare impresa, nella quale rimboccandosi le maniche, erano tanti a spendersi; a spendersi con sacrifici, investendo il meglio di se stessi. E così, anche il virtuoso Nord-Est, crescente terra di suicidi per una crisi economica-produttiva, mai prima conosciuta, offendendo la memoria di chi al disonore del proprio fallimento ha preferito uscire di scena, togliendosi la vita, è diventato una parte eccellente dell’Italia dei mazzettari. Nella nuova tangentopoli italiana, con il suo volto non più equivoco, ma fortemente trasversale, abbiamo raggiunto l’obiettivo di un’Italia veramente unita e solidale. Saranno in pochi i “pierini” pronti a gridare, ma questa non è assolutamente la mia Italia. Sarebbe una bugia del tutto insostenibile che non sortirebbe alcun positivo risultato, perché i “creduloni” d’Italia sono ormai pochi; ma veramente pochi, tanto da creare in giro il grave e diffuso allarme di una sempre più vicina estinzione. E così il Mose di Venezia, l’Expo di Milano, gli ultimi due casi eclatanti di corruzione italiana, hanno messo le cose a posto, portando ordine al fastidioso disordine che faceva gridare allo scandalo del “tutti corrotti tranne io”. Finalmente, giustizia è fatta! Ciascuno degli italiani può felicemente vantarsi di appartenere all’Italia della corruzione e dei corrotti, non più e solo un fenomeno del “cattivo Sud”, ma anche e purtroppo, del “virtuoso Nord”, compreso il laboratorio Nord-Est dove i suicidi eccellenti per sopravvenuta crisi del Paese che, in forte recessione, sta ormai smantellando i suoi gioielli di una ricca produzione sia di grande che di media e/o piccola dimensione, sono oggi affiancati da mazzettieri eccellenti di tutte le risme e di tutte le appartenenze (da rigoroso e responsabile cultore della legalità, i nomi eccellenti coinvolti nel giro delle prestigiose mazzette, fatte di milioni di euro, li considero solo nomi di indagati accusati, in attesa di giudizio). A Venezia come a Milano, per la grande opera del Mose a protezione della città lagunare ed a Milano per l’Expo, finalizzato a nutrire il pianeta, energia per la vita, a promozione dell’Italia nel mondo, è deflagrata la bomba di una nuova tangentopoli, nel diffuso buio italiano; un illecito fatto di milioni di euro che andavano a finire nelle sporche mani di chi già è ben pagato e/o super-stipendiato. E così anche il nostro Paese per non essere inferiore agli altri grandi paesi del mondo, a quei paesi che nel mondo dall’alto dei loro privilegi e della loro ricchezza contano più degli altri, cerca di essere all’altezza allineando la catena del benessere e dei potenti che la rappresentano. E così d’invenzione in invenzione, per fare soldi, l’Italia solidale, si è andata passando la parola dal Nord al Sud, inventandosi quelle grandi opere, proprio come il Mose per la difesa di Venezia dalle acque alte e l’Expo per la lotta alla fame nel mondo. Si tratta, purtroppo, di un malaffare coinvolgente anche la nomenclatura degli apparati e di quei tanti personaggi eccellenti, parte dell’alta dirigenza, dei boiardi di Stato e di quei poteri forti che sono le menti diaboliche di ogni possibile malaffare italiano dal Nord al Sud d’Italia. Non sono le grandi opere e le tante opere infrastrutturali la causa dei mali d’Italia; sono gli sprechi e la corruzione che ne viene alimentata da dover assolutamente eliminare.