Roma: Sappe su sentiero di guerra per riforma P.A.
Si profila una clamorosa protesta in relazione al provvedimento di riforma della pubblica Amministrazione del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e del ministro della Semplificazione Maria Anna Madia nella parte in cui rivede l’agibilità sindacale. Lo spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri: “Questo è un provvedimento che calpesta le prerogative delle Organizzazioni sindacali, preso senza alcuna informativa preventiva, calato dall’alto come nei peggiori governi che di democratico hanno ben poco, che fa a pezzi la Costituzione. I sindacati come quello che rappresento – autonomo, apolitico, apartitico, da oltre 15 anni il più grande come numero di iscritti della Polizia Penitenziaria – si vede tagliare le gambe rispetto al diritto-dovere di tutela degli aderenti. Per questo mercoledì mattina terremo una riunione straordinaria della Segreteria Generale del SAPPE a Roma, per valutare se non sia il caso di dimetterci tutti contro quest’atto arbitrario e di una violenza inaudita, messo in atto per altro da un Governo che non ha alcuna legittimazione elettorale!”.
Capece, che inviata il premier Renzi e il ministro Madia a rispettare anche la specificità del Comparto Sicurezza rispetto al pubblico impiego e a incontrare quindi il SAPPE, a conferma che la situazione resta grave nelle carceri italiane, cita gli episodi accaduti nell’ultima settimana: “Una detenuta bulgara arrestata per furto si è uccisa a Teramo, nel carcere di Castrogno; un altro suicidio sventato a Taranto; l’aggressione a un poliziotto penitenziario a Sassari Bancali; una maxi rissa tra detenuti, con 5 feriti, sempre a Teramo; una rissa tra detenuti napoletani e casertani a Benevento e la spedizione punitiva contro un ristretto a Salerno; un altro agente di Polizia penitenziaria aggredito a Trieste, un detenuto evaso dall’Ospedale di Napoli dove era ricoverato, droga e telefoni cellulari trovati a Genova Marassi. Tutti questi eventi critici pongono al centro l’esecuzione della pena e l’operatività della Polizia Penitenziaria i cui appartenenti, se passerà definitivamente la riforma così come è stata concepita, non avranno nessuno a tutela della delicata e difficile professione che quotidianamente svolgono”.