Santa Brigida e le divine rivelazioni in un libro di don Stanzione
E’ acquistabile in tutte le librerie cattoliche il testo di don Marcello Stanzione su Santa Brigida di Svezia edito dalla editrice milanese Gribaudi. Adoperarsi per il ritorno immediato del papa da Avignone a Roma fu il grande obbiettivo della sua laboriosa e sofferta esistenza, ma era destino che Brigida di Svezia in vita non vedesse realizzato il suo grande sogno, di cui passò idealmente il testimone a santa Caterina da Siena. Il suo destino in terra era di seminare infaticabilmente, non di raccogliere; di combattere alacramente, non di vincere; di camminare, non di arrivare. Troppo in anticipo, forse, la mistica svedese visse e operò, rispetto ai suoi tempi, al punto che ancora oggi, nel primo ventennio del terzo millennio, la sua luce di santità che cogliamo attraverso la sua opera letteraria ci appare di una modernità straordinaria e sorprendente, se pensiamo alla sua esistenza vissuta nel Medioevo. Ella nacque nei primissimi anni del 1300 aFinsta, in Svezia, quando la Scandinavia era ancora cattolica ed gli enormi guasti dottrinali ed ecclesiali del Luteranesimo erano inimmaginabili…. I suoi genitori appartenevano alla più alta nobiltà e si racconta che la madre, mentre era incinta di lei, durante un viaggio in pellegrinaggio alla tomba di santa Brigida di Scozia rischiò di annegare in un terribile naufragio e riuscì a stento a salvarsi. La notte seguente avrebbe udito la voce della Madonna che le diceva: “Sei stata salvata per il frutto che porti in seno. Nutrilo dunque nell’amore di Dio”. A dieci anni Brigida ebbe la prima visione mistica di Cristo e desiderò prendere il velo da monaca, ma suo padre, qualche anno dopo, le impose per ragioni politiche di sposare il diciottenne Ulf Gudmarsson. Dal matrimonio nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine, fra cui quella che poi diventerà santa Caterina di Svezia, a cui don Marcello Stanzione ha dedicato un capitoletto in questo bel libretto dedicato a sua madre santa Brigida. La vita di corte come prima dama dei regnanti svedesi Magnus II e Bianca la mette in contatto con la travagliata vita sociale del suo tempo e accende in lei un vivo interesse per la politica europea. Ma poiché non ha mai smesso di pensare alla vita religiosa, studia la letteratura mistica, legge molto, principalmente la Scrittura e le opere di san Bernardo di Chiaravalle, che portano alla perfezione la sua educazione religiosa. Sposa e madre, dama di corte. Questa fu la sua vita per oltre vent’anni, finché il marito morì. Era il 1344. due anni prima, al ritorno da un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, Ulf si era fermato fra i monaci cistercensi ad Alvastra dove da bambino aveva ricevuto la sua formazione scolastica. Per Brigida ora è il momento della svolta. Decise di indossare l’abito cinerino del Crocifisso simbolo di povertà e di penitenza. Iniziano le rivelazioni che le giungono in uno stato d’estasi e che al risveglio scrive lei stessa, oppure detta al suo confessore, attraverso le quali diviene una messaggera di Cristo per comunicare , perorare ed esortare il papa e i prelati. Lettere, messaggi, anche invettive; contro il malcostume del tempo la sua voce ammonitrice si leva con insolita energia. Ha una natura forte e volitiva, e nessuna intenzione di chiudere il proprio orizzonte fra due zolle. Per il papa e per l’Europa si sentirà spinta a partire alla volta di Roma in occasione dell’Anno santo del 1350 e da lì non se ne andrà più. Era una grande mistica ma anche una donna molto pratica, quindi non appena si stabilì a Roma, nella casa di piazza Farnese, la adattò per i pellegrini che fossero giunti dai paesi scandinavi, a cui si offrivano ospitalità e alta spiritualità. La sua vita era molto austera, totale la sua povertà. La nobile figlia di Svezia dovette mendicare spesso il pane quotidiano mescolata agli altri poveri sugli scalini delle chiese di Roma. Invisa a molti, lei tuttavia non si lasciò mai scoraggiare dalle avversità. Una sera, si racconta, dei romani circondarono la sua casa a piazza Farnese con l’intenzione di bruciarla viva. Ella stava proclamando ad alta voce la biblica lode all’Immacolata: “Tutta bella sei o Maria” e il gruppo di oppositori le si scagliò contro, ma lei non si scompose e continuò a pregare. Appena intonò l’Ave Maris Stella i facinorosi si dispersero; in ringraziamento alla santa vergine stabilì allora che da quel giorno questo inno venisse cantato quotidianamente in comunità. Ed è ciò che si usa fare ancora oggi nelle case brigidine di tutto il mondo; ogni giorno, prima dei vespri, si intona l’inno latino Ave Maris Stella accompagnato dalla recita dell’Ave Maria. Mossa dallo Spirito, la santa svedese aveva fondato un Ordine contemplativo femminile e maschile, l’Ordine del santissimo Salvatore – la cui regola venne approvata nel 1370 – che disgraziatamente fu spazzato via in seguito alla Riforma protestante in Europa. Il monastero di Vadastena, culla dell’Ordine, fu saccheggiato e i religiosi dispersi. Ma oggi l’ordine è più vivo che mai , grazie all’opera riformatrice della beata Maria Elisabetta Hesselblad, che lo ha rifondato nel XX secolo e alla quale don Stanzione dedica un bel capitoletto.. Molte sono le rivelazioni sulla Madonna ricevute da santa Brigida e raccolte nei suoi scritti: esse testimoniano la sua profonda dottrina mariana, affermando profeticamente la verità dell’Immacolata Concezione, la maternità universale di Maria e la sua missione di Corredentrice del genere umano. Le rivelazioni della santa richiamano spesso i simboli biblici più suggestivi. La Madonna viene detta arca, roveto ardente, aurora, giglio, calamita che attrae dolcemente i cuori a Dio. Al centro della sua spiritualità troviamo i misteri della Passione di Cristo e delle Glorie e Dolori di Maria insieme ad una grande devozione a San Giuseppe e specialmente all’angelo custode.. Seppe cogliere ed evidenziare la centralità di Maria nella storia della salvezza, accanto a Cristo e unita a Cristo, secondo il piano salvifico di Dio. Il Redentore e la Corredentrice, inseparabili, hanno portato a compimento nel dolore e nell’immolazione la salvezza del genere umano. La lode incessante a Dio e l’impegno per l’unità dei cristiani caratterizzano il carisma delle suore di santa Brigida “assidue nell’orazione (…) praticando l’ospitalità secondo il precetto paolino”. La loro devozione è tutta incentrata sul dramma del Calvario, su Cristo crocifisso e sulla Madre Addolorata sotto la croce. Per questo il motto delle brigidine è “amor meus crucifixus est”. un segno particolare di richiamo alla riparazione, caposaldo dell’Ordine brigidino, è la corona portata sul capo con i simboli delle cinque piaghe del Signore, che fa parte dell’abito religioso. La marianità dell’Ordine è così evidente che non appena si apre il libro delle regole, dettate da Gesù stesso alla santa, vi si può leggere: “Io voglio istituire questo ordine per la gloria della mia amatissima Madre”. Nelle orazioni di santa Brigida c’è una pia pratica molto diffusa, a cui sono legate varie promesse dello stesso Gesù: quella di soccorre l’anima orante al momento della morte venendo a lei “con la mia amatissima e direttissima Madre”. Sono le parole di cristo apparsole un giorno: “Metterò il segno della mia croce vittoriosa avanti a lei per soccorrerla e difenderla contro gli attacchi dei suoi nemici… E la persona otterrà tutto quello che domanderà a Dio e alla Vergine Maria”. Ecumenismo, unità, rinnovamento interiore: questo il testamento spirituale lasciato dalla mistica venuta dal Nord. In quella che fu la sua casa a piazza Farnese, dove oggi è la curia generalizia dell’ordine si possono ancora visitare le sue stanze. Ella vi morì il 23 luglio 1373. era di sabato, giorno della Madonna. Quando sentì vicina l’ora del trapasso si fece distendere sul tavolo dove aveva scritto i suoi libri di misticismo, desiderando morire – così disse – sul duro legno come il suo Salvatore. Fu canonizzata il 7 ottobre 1391: una data mariana anch’essa. Nella Bolla di canonizzazione si affermava che la santa “per grazia dello Spirito Santo meritò di avere visioni, di udire rivelazioni e di predire molte cose con spirito profetico”, riconoscendo quindi alla mistica svedese il carisma della profezia, raramente attribuito a una donna nella storia della Chiesa. Una donna tuttavia non comune, chiamata a una missione tutta particolare e per questo assistita e protetta in modo speciale da Maria. Per lei Brigida compose anche un sermone e ben nove volumi di rivelazioni. Profetessa di tempi nuovi, questa grande santa scandinava, che lavorò instancabilmente per la pace in Europa in un tempo contrassegnato da divisioni religiose, guerre e squilibri politici, è stata dichiarata da Giovanni Paolo II (con Motu proprio del 1° ottobre 1999) conpatrona d’Europa , insieme a santa Edith Stein e a Santa Caterina da Siena. Tre sante per la “casa comune”: una svedese, una polacca e un’italiana; una aristocratica, una borghese, una figlia di un mercante. Tre mistiche uguali e diverse che hanno osato scavalcare le convenzioni sociali e addirittura proporre, sotto l’impulso dello Spirito, un autentico risveglio nella Chiesa (i monasteri sognati da santa Brigida, con monache e monaci sotto la badessa che doveva rappresentare Maria, son tutt’oggi un modello di altissima avanguardia) ascoltate da papi e potenti della terra per il loro canale della voce divina. Esse hanno viaggiato in un’epoca in cui le donne viaggiavano pochissimo e quelle poche che viaggiavano facevano con grandi difficoltà. In epoche diverse e lontane, guardando ogni colta a Maria, hanno additato una strada – fra terra e cielo – per abitare da dentro e , concretamente, l’utopia che si avvicina. Mi complimento vivamente con don Stanzione per aver preparato questa ennesima pubblicazione edita dalla Gribaudi di Milano utilissima a tutti i cattolici devoti di santa Brigida che grazie a questo testo arricchiranno enormemente la loro spiritualità.