Mediterraneo cimitero del mondo: morti, morti, morti
Il Mediterraneo, culla di civiltà, è purtroppo oggi la tomba di tanti che, per disperazione, non potendo né vivere, né sopravvivere là dove sono nati, sfidano l’impossibile di un’avventurosa navigazione che, per tanti si conclude tragicamente con la morte in fondo al mare, dove finiscono i sogni di un modo nuovo e di quella Terra promessa sulle sponde opposte a quelle di partenza. Mentre il mondo in forte crisi, chiede comportamenti umanamente solidali, i popoli della Terra, sempre più impazziti, si mettono gli uni contro gli altri e vanno sempre più maledettamente, con l’obiettivo di suicidarsi, gli uno contro gli altri armati allo scontro finale. La Terra è in grave sofferenza e con la Terra a soffrire è l’umanità che la abita; molta parte di questa sofferenza della stessa Terra ha radici antropiche; trattasi di sofferenze volute dall’uomo che crea i problemi al mondo senza poi sapere come risolverli. Tutto questo è il dannato frutto di un’insipienza umana diffusa; un’insipienza che continua e non si ferma di fronte a niente, facendo così, tanto, tanto male all’uomo della Terra, il cui cammino sempre meno solidale e di pace, è coperto dal fare ostile di mondi contrapposti degli uni contro gli altri armati dove prevalgono da una parte, gli egoismi del tutto per sé e dall’altra, il fanatismo fondamentalista di mondi lontani che preferiscono vivere separati per garantirsi, nella propria identità di appartenenza, un modello di vita, che ha in sé tutte le caratteristiche del futuro negato, per cui assolutamente incompatibile con le prospettive dei tempi nuovi che vogliono atti di pace, di solidarietà e non più atti di violenza, di barbarie e di grande disumanità che vanno assolutamente cancellati in quanto appartengono ormai ad un passato tutto da cancellare perché molto spesso contro l’uomo al solo fine di un agire contro che non giova a nessuno, se non a quei soli poteri forti che dalla contrarietà umana riescono a trovare egoisticamente vantaggi per sé; così facendo, danneggiano il mondo. Nel Terzo Millennio nonostante ancora le brutte resistenze di un passato tutto da cancellare, niente ma proprio niente, è più come prima; niente deve assolutamente essere come prima. Al primo posto del mondo globale, c’è il grande ed inarrestabile processo di umanizzazione universalmente intesa dall’uomo della Terra; al primo posto, per questo, ci devono essere obiettivi di pace per tutti, cancellando quel fanatismo violento che non serve ad altro se non a fare male per farsi male. Il futuro del mondo vuole il protagonismo umano di una cooperazione finalizzata al bene di tutti per un necessario mondo nuovo alla base della futura civiltà dei popoli che, contro le barbarie in agguato, saprà se lo vorrà, garantire la grande e mai conosciuta prima civiltà umana di tutti i popoli della Terra. Il peso dei morti in fondo al mare è ormai insopportabile; un vero e proprio olocausto silenzioso che si consuma tra l’indifferenza ed il crescente disagio dei soccorritori sempre più in affanno. È continuamente crescente la quotidianità di notizie tristi della morte in fondo al mare di tanti poveri cristi che su sgangherati barconi, vere e proprie bare viventi, affrontano le vie del mare con traversate che diventano l’ultimo viaggio per una speranza disperata purtroppo tradita da una falsa normalità che rivolge altrove lo sguardo, indifferente anche per i tanti, gli ormai troppi morti in fondo al mare. Una mattanza disumana assolutamente intollerabile. Con la speranza di avere il diritto al cibo e forse anche una vita migliore, si affidano a scafisti disumanamente irresponsabili che si trasformano in carnefici con una terribile e tragica occasione di morte in fondo al mare. Bisogna fermare ed al più presto, questo traffico di carne umana che ormai grida vendetta al cospetto dell’indifferenza umana, espressione forte di una disumanità diffusa per crimini di pace cancellati dalla coscienza del nostro tempo, impegnato a pensare ad altro. Il Mediterraneo, da mare di civiltà antica, non può nel Terzo Millennio assumere il solo ruolo disumano di cimitero del mondo. È grave che il mondo sia del tutto indifferente di fronte ad una tragedia di morte per tanti uomini, donne e bambini in fuga dai luoghi della disperazione che chiedono al mondo il solo naturale diritto alla vita. Un diritto proprio dell’uomo che in più parti della Terra, come nel Mediterraneo cimitero del mondo, diventa sempre più un non diritto; un diritto negato di cui bisogna tener conto e di cui bisogna saper dare conto all’uomo della Terra, il cui cammino, in questo inizio di Terzo Millennio è disperatamente confuso; è egoisticamente espressione disumana di mondi contrapposti dove si va cancellando tutto, ma proprio tutto, compresa la pietà per i tanti morti in fondo al mare nostrum, le cui acque diventano sempre più un cimitero per i tanti dannati della Terra, purtroppo indifferenti al mondo che egoisticamente è in tutte altre faccende affaccendato e non può occuparsi dei quotidiani grattacapi di quel silente popolo in fuga dalla povertà e dalla inarrestabile morte per fame. Non è con indifferenza, lavandosene le mani o peggio ancora con il falso moralismo del non è colpa mia che si risolvono i gravi problemi del mondo; che si possono risolvere i gravissimi problemi del futuro del mondo. Il Mediterraneo, cimitero del mondo, è un grave, gravissimo problema per tutti; bisogna fermare il massacro di omicidi di massa che offendono la dignità dell’uomo della Terra; ogni morto in fondo al mare grida vendetta e pesa come un macigno nei confronti di ciascuno di “noi pilati” del nostro tempo che, con indifferenza, pensiamo di poterci liberare delle cose scomode, lavandocene le mani. Il Mediterraneo da faro di civiltà è oggi drammaticamente trasformato in un mare di morte; muoiono in tanti, come ultimo atto di libertà; muoiono in tanti come azione necessariamente coraggiosa per non morire di fame; muoiono in tanti per liberarsi da quella miseria di sempre che disumanamente uccide, causando, come nel Mediterraneo, una strage di innocenti che, purtroppo, pesa sulle coscienze ammalate di tutti noi, sempre più vittime delle tante falsità di un falso mondo, dove l’apparire, facendo tanto male, domina l’essere, uccidendone l’umanità di sempre, senza la quale ad attenderci ci sono solo i sepolcri imbiancati. Sono tanti che ogni giorno, per liberarsi del mal d’Africa, trovano la morte disperata per annegamento nelle acque del Mediterraneo, ormai da battezzare come mare di morte per i nostri fratelli della Terra a cui è assolutamente negato il diritto alla vita. Purtroppo la lista dei morti, nelle sempre più freddamente disumane acque del Mediterraneo, ormai non si ferma più; a morti aggiungono altri morti. Un’emergenza senza fine; il naufragio di barconi in fondo al mare non fa più notizia; la morte silenziosa dei poveri uomini interessa sempre meno. La tragedia del Mediterraneo che inghiotte intere famiglie, un insieme di donne e bambini è, purtroppo, cronaca di tutti i giorni. Sono giorni tristi per tutta l’umanità, anche se l’umanità fa finta di non accorgersene. Il viaggio dei tanti disperati della Terra che, pur di fuggire dai propri luoghi di disperazione e di morte, spesso, sempre più spesso, finisce male; finisce in tragedia. I barconi assolutamente inidonei ad un tale carico affondano nella più generale indifferenza. L’Italia, paese di frontiera cerca di fare tutto quello che può, salvando il più possibile delle vite umane ed assistendo i salvati dal naufragio di un mare, purtroppo, sempre meno amico. Mentre l’Italia svolge un ruolo di umanità verso gli altri, ultimi della Terra, l’UE è assolutamente indifferente; sta a guardare, non dando alcun suo impegno comunitario nella difesa della vita umana nel Mediterraneo; il salvare le vite umane è un inderogabile imperativo etico. Ma, purtroppo, non è da tutti. Il Sud è sempre più diviso dal Nord del mondo. Mentre c’è un pezzo di mondo che è sensibile alla vita degli altri e che è sensibile alla libertà ed ai diritti fondamentali dell’uomo, c’è un altrettanto pezzo di mondo sempre più crescente che è assolutamente indifferente e si volta sempre più spesso dall’altra parte quando assiste a tragedie umane come quelle del Mediterraneo, ormai ridotte a cimitero del mondo.
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