Cava de’ Tirreni: M5S su Referendum popolare

Avevamo ragione: è una vera è propria beffa ai danni dei cittadini. La politica si agita in prossimità della campagna elettorale a difesa della cittadinanza attiva, dimenticandosi però che qualche anno fa si è votato uno Statuto “chiuso” affinché i cittadini non potessero di fatto intervenire  nelle scelte della politica amministrativa. La riunione della prima commissione consiliare, nel suo assoluto vuoto partecipativo ( presenti solo 5 consiglieri su 11) dimostra ancora una volta come la casta rappresentativa sia blindata.Infatti prima del lavoro sul regolamento di attuazione andrebbero messi in discussione gli artt. 18 e 19 dello Statuto. La politica dice a sé stessa: “Produciamo un regolamento di attuazione, per poi variare gli articoli dello Statuto Comunale che il regolamento stesso dovrebbe attuare”. In altre parole, si regolano i principi attuativi per poi stabilire i principi stessi. Verrebbe da chiedersi: è uno spot in prospettiva elettorale o una discussione seria? Può la stesura di un regolamento attuativo (in assenza assoluta di un accordo politico preliminare sui principi da regolare) produrre qualcosa di concretamente utile, per di più se a proporlo è un ex Sindaco e consigliere di minoranza? L’originaria proposta di regolamento del Consigliere Gravagnuolo era coerente con gli art. 18 e 19 dello Statuto, che lo riproduceva fedelmente, prevedendo un quorum del 20% di firme. L’unica eccezione è la possibilità di voto telematico che dimezza il quorum: si scende dal 20 % (oltre novemila firme), per il voto cartaceo, al 10% (oltre quattromila e cinquecento) per quello telematico. La sua proposta però tradisce una cultura della partecipazione ad ostacoli: il quorum, sebbene dimezzato, è ancora da record nazionale, lontanissimo anche dall’1% circa per i referendum nazionali. In tale prospettiva di assoluta assenza di coerenza ai valori della democrazia diretta, avevamo comunicato alla città il nostro allarme fino a pronunciare: “Per Amor di Dio cestinatelo”. Abbiamo, consapevoli di tutto ciò,  protocollato come Cava5stelle un’unica variazione al Testo originario del Consigliere Gravagnuolo indirizzandola al Presidente di Commissione: ridurre il quorum  del voto telematico al 2% (poco più di 900 firme) per renderlo quanto meno praticabile dal solo punto di vista del quorum istitutivo .Abbiamo assistito in Commissione ad una pantomima surreale nella quale si premetteva, con un testo modificato e stravolto, di essere lì per avviare un percorso che dovrebbe portare alle evidenti variazioni di Statuto  sul referendum per permettere il suo svolgimento. Una domanda ci sorge spontanea: Consigliere Gravagnuolo ma un passaggio in Consiglio Comunale almeno come atto di indirizzo della volontà politica dell’assise di apportare correzioni agli art. 18 e 19 dello Statuto non andava fatto preliminarmente ? Siamo al teatro e già in campagna elettorale, altri soldi spesi in commissioni inutili ed ancora una volta, una maggioranza consiliare non pervenuta. Andate in Consiglio Comunale e l’assise cittadina dichiarasse con una atto di indirizzo e di volontà politica alla città se intende ridare  loro la dignità di cittadini  per l’esercizio dei loro diritti di democrazia diretta insiti nei referendum oppure  che debbano continuare ad essere sudditi di una democrazia rappresentativa blindata. Allora sì che avrà un senso il lavoro della Commissione e non si sprecherà ulteriore denaro pubblico. Trasparenza!!!   Basta con questi giochi da bottega politica dei professionisti della casta.