Caterina la Santa di Bologna per eccellenza
Recentemente l’editore Gribaudi di Milano ha stampato un libretto scritto da don Marcello Stanzione che presenta la vita di santa Caterina de’ Vigri. A Bologna tutti conoscono dove si trova il monastero della santa. Perché Caterina è per tutti i bolognesi ancora oggi la santa per eccellenza della città tant’è che è venerata come Caterina da Bologna. Caterina de’ Vigri nacque a Bologna l’8 settembre 1413. La data della nascita è collocata convenzionalmente, al 1413, dato che dal libro Specchio di illuminazione della Bembo si deduce che ella morì nel 1463 all’età di cinquant’anni. Il 25 febbraio 1463 tenne un discorso di tre ore alla comunità, annunciando la sua morte e dando loro le sue ultime volontà. Come S. Giovani della Croce morente parlò della virtù della carità: “E’ impossibile piacere a Dio senza amore. Mie care sorelle, dovete portare ciascuna i pesi delle altre, perdonarvi l’un l’atra ogni colpa, sopportando con inesauribile pazienza tutto ciò che può essere provocato dalla differenza di carattere […]”. La prima domenica di Quaresima fu colta da dolori fortissimi e dovette mettersi a letto , da dove non si rialzò più. Morì il 9 marzo 1463. La sua agonia fu così tranquilla che le suore presenti non si accorsero della morte fino a che non sentirono un profumo dolcissimo e non videro che il suo viso era ritornato giovane e fresco come quella di una quindicenne. Il suo corpo venne seppellito senza sudario e rimase in terra per diciotto giorni; quando fu dissotterrato, in seguito ai miracoli e al dolce profumo che saliva dalla tomba, fu trovato incorrotto. Da allora è conservato nella cappella della chiesa del convento di Bologna. S. Caterina fu canonizzata nel 1712 da Clemente XI e viene onorata come la patrona degli artisti. L’iter della canonizzazione di Caterina è stato quanto mai lungo e faticoso. Solamente con la solenne canonizzazione in San Pietro, la clarissa affiancò anche ufficialmente i tradizionali protettori di Bologna: Pietro, Petronio e Proclo. Caterina per le sue qualità di musicista e di pittrice è invocata come protettrice dei pittori e degli artisti in genere. Il papa Benedetto XVI il 29 dicembre 2010 così concluse la catechesi che tenne sulla santa clarissa bolognese: “ Cari amici, santa Caterina da Bologna, con le sue parole e con la sua vita, è un forte invito a lasciarci guidare sempre da Dio, a compiere quotidianamente la sua volontà, anche se spesso non corrisponde ai nostri progetti, a confidare nella sua Provvidenza che mai ci lascia soli. In questa prospettiva, santa Caterina parla con noi; dalla distanza di tanti secoli, è tuttavia, molto moderna e parla alla nostra vita. Come noi soffre la tentazione, soffre le tentazioni dell’incredulità, della sensualità, di un combattimento difficile, spirituale. Si sente abbandonata da Dio , si trova nel buio della fede. Ma in tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore, non lo lascia, non lo abbandona. E camminando con la mano nella mano del Signore, va sulla via giusta e trova la via della luce. Così, dice anche a noi: coraggio, anche nella notte della fede, anche in tanti dubbi che ci possono essere, non lasciare la mano del Signore, cammina con la tua mano nella sua mano, credi nella bontà di Dio: così è andare sulla via giusta! E vorrei sottolineare un altro aspetto , quella della sua grande umiltà: è una persona che non vuole essere qualcuno o qualcosa; non vuole apparire; non vuole governare. Vuole servire, fare la volontà di Dio, essere al servizio degli altri. e proprio per questo Caterina era credibile nell’autorità, perché si poteva vedere che per lei l’autorità era esattamente servire gli altri. chiediamo a Dio, per l’intercessione della nostra Santa il dono di realizzare il progetto che gli ha su di noi, con coraggio e generosità, perché solo lui sia la salda roccia su cui edifica la nostra vita”. Padre Gilberto Aquini scrive che dopo la morte di Caterina non si può dire che il suo volto sia divenuto più bello né inventarsi qualcosa sulla serenità del suo volto annerito e smagrito. Essa è morta davvero pur nella in corruzione plurisecolare della carne, però manifesta che la vita è altrove. E questo rende qualcosa di grande e solenne che invade la cappella e la rende anticamera del mistero celeste, mentre lo sguardo scorre sulle pareti alle quali sono appesi i suoi ricordi tra i quali è rimasta imprigionata, venerata e studiata. La vicenda della morte di Caterina che a noi giunge attraverso il racconto di una amica, madre Illuminata Bembo, che è tutto fuor che fantasiosa, si svolge come un “ resoconto fattuale”, consapevole di ciò che sta dicendo, pur nella unicità dell’evento incredibile. Tutte le realtà della città di Bologna si sono fermate per rendere omaggio alla grandissima meraviglia di questo corpo di fronte al quale ancor oggi significa trovarsi a tu per tu con il mistero, specialmente quando veniva mostrato dalla buchetta dove si fa la comunione, come una finestra aperta verso l’altro mondo, verso il cielo dicendosi pronta a condurci fino a Dio.
Carmine Alvino