Eboli: Enpa contro cacciatori d’allodole

 Diverse le segnalazioni di cacciatori che, durante la settimana, si “divertono” nella piana del Sele a sparare tra le numerose serre o zone coltivate. E così si intensificano pure i controlli infrasettimanali. Giovedì mattina ci si dirige ad Eboli. Il freddo accompagna il rientro in zona di allodole e tordi. L’allodola è un piccolo uccello , la sua particolarità è un piccolo ciuffo erettile sul capo che mostra solo quando è allarmata. Il suo verso è un “zip” metallico, facilmente distinguibile. Un uccello migratore che dal nord Europa si sposta nel bacino del Mediterraneo in autunno. Il Calendario Venatorio della regione Campania ha espressamente limitato il carniere per questi piccoli uccelli a solo 10 capi per giornata venatoria. Spostandosi in gruppi è assai facile invece trovare cacciatori poco accorti e corretti che ne abbiano fatto incetta, aiutandosi con il famoso “specchietto per le allodole” o,nel peggiore dei casi, un richiamo elettroacustico che ne riproduce il verso, attirandone in quantità. E questa volta, oltre ad attirare le allodole, il richiamo attira anche le guardie volontarie dell’Enpa della sezione di Salerno che riescono a capirne la direzione e spedite imboccano una traversa di campagna che li conduce proprio a ridosso di due “coppie” separate di cacciatori. E i controlli iniziano. Mentre i primi due cacciatori vengono controllati, altre guardie si dirigono verso gli altri, più lontani. L’esperienza insegna che non bisogna mai abbassare la guardia e mantenere alta l’attenzione e così le guardie vedono indistintamente strani movimenti.“E’ la solita storia di guardie e ladri” – afferma Pasquale De Gregorio, agente dell’Enpa – loro provano a fare i furbi e noi a sorprenderli. I cacciatori conoscono bene le regole che infrangono sistematicamente.”Uno dei due cacciatori va incontro alle guardie, il controllo ha inizio. L’altro, un semplice accompagnatore, resta dietro. I documenti risultano tutti in regola, ma le guardie non si fanno trarre in inganno, e setacciano la zona. Basta poco e si scopre un richiamo elettroacustico che i due avevano cercato di occultare tra le erbacce. Si chiamano i carabinieri, si va in caserma per redigere i verbali di turni: sequestro dell’arma, del richiamo, dell’avifauna abbattuta, di quasi 500 cartucce di varie marche.