Salerno: “Erasmusic” a Sant’Apollonia
Secondo appuntamento, domenica 26 ottobre tra le antiche pietre di Santa Apollonia con il cartellone della III edizione di Erasmus On Stage, della rassegna musicale promossa dal Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci in collaborazione con la Bottega San Lazzaro di Giuseppe Natella. Alle ore 20, i riflettori si accenderanno ancora sulla tradizione iberica con una serata dal titolo “Erasmusic!”, ma riflessa nelle campane rilucenti delle tube e nella coda del pianoforte con i due tubisti Domenico Limardo proveniente da Salamanca e Angelo Mazzitelli dall’ Accademia di Saragozza, unitamente alla giovane pianista Carolina Danise che ha scelto Alicante, per l’avventura in Erasmus a soli diciannove anni. Protagonista assoluta sarà la tuba, strumento di raro ascolto nelle vesti di solista, che spazierà tra le gemme più rilucenti del suo repertorio. Si inizierà con un duetto di Patrick Sheridan, virtuosistico, umoristico, in cui il compositore apre il ventaglio delle possibilità tecniche di questo fascinoso strumento. Si procederà con Angelo Mazzitelli alla tuba, in duo con la pianista Azzurra Romano, per l’esecuzione del Concerto in un movimento di Alexej Lebedjev un “nipote” del celebre Blazevic. virtuoso di talento e polivalente, ha creato la sua propria scuola di tuba e nel mondo degli ottoni si è fatto un nome soprattutto come compositore, proprio con questo concerto dalla fresca ed incisiva invenzione. A chiusura della prima parte della serata le note Variations in olden style di Thomas Stevens, scritte per il motivo specifico di offrire tubisti un pezzo originale composto in stile barocco, che saluteranno interpreti Domenico Limardo alla tuba e la pianista Azzurra Romano. Le tube passeranno il testimone alla giovanissima Carolina Danise e al Fryderyk Chopin dell’ Etude op.25 in Do diesis minore, n°7 e della ballata in Sol minore op.23, pagine che sono dimostrazione del postulato romantico di Liszt, secondo il quale “le nuove musiche non attenendosi ad alcun speciale schema prenderanno di volta in volta i ritmi, le movenze, le figure più appropriate a esprimere il sogno, la passione, il pensiero che le avrà ispirate”. Negli Studi di Chopin, pagine chiave nella storia dell’evoluzione del linguaggio pianistico, la difficoltà tecnica e lo sforzo e la fatica necessari al suo superamento diventano manifestazione esteriore di una tensione e una sofferenza interiori. Ma al di là della tecnica e del virtuosismo puri, questi Studi e in particolare il n°7, si rivelano, anche grazie a diteggiature spesso ardite e sempre originali, straordinari saggi di ricerca sul timbro sul tocco. A chiudere la serata sarà la prima Ballata in sol minore op. 23 i primi due temi sono introdotti da un breve recitativo iniziale. Il primo, in sol minore, si rivolge all’ascoltatore in un tono parlante soffuso di un alone lirico, “im Legendeton”, con l’intonazione di una leggenda, come avrebbe detto Schumann. Il secondo in mi bemolle maggiore (ecco una deviazione sostanziale dalle convenzioni sonatistiche) è un tema cantabile, da eseguirsi “sottovoce”, “con affetto e dolcezza” e “sentito con dolcezza”. Al culmine dello sviluppo compare un terzo tema, che altro non è che una trasformazione del primo in un valzer. La ripresa riprende a specchio prima il secondo tema e quindi il primo, abbreviato e trattato come un ritornello per poi scatenarsi in una coda finale presto con fuoco che presenta un nuovo materiale tematico. Quanti ascolteranno con abbandono, coglieranno un tono narrativo e si ritroveranno a seguire una sorta di trama, fatta di conflitti e contrasti che si succedono tuttavia in un fluire orientato verso una meta. Tradurre questo effetto in parole è tuttavia impossibile, e ricondurre queste impressioni ad una trama musicale definita è un’operazione più ardua di quanto l’immediatezza delle note possa lasciar presagire. Lunedì 27 ottobre, alle ore 20, nella chiesa di Santa Apollonia per il cartellone della III edizione di Erasmus On Stage, sarà di scena il jazz. E’ questo il genere di musica che è l’immagine stessa dell’incrocio sonoro. Sarà il Darotter-Dam Trio, di Lucio D’Amato, Luciano Napoli e Marco Fazzari, formatosi tra le scuole di Belgio e Olanda ad illustrare in musica il titolo della serata “Cold Europa – Cool jazz” creando un climax di bruciante intensità, senza che per questo vengano obliate la tersa austerità, le linee frammentarie, l’essenzialità lirica concentrata e armonicamente irregolare, appartenenti a questa musica e alla tradizione italiana.