Eboli:Melchionda “abbattimento del rudere a San Nicola Varco”
“Se un’ordinanza sindacale di abbattimento di una struttura fatiscente come uno dei ruderi di San Nicola Varco desta così tanto scalpore vuol dire che si è sulla buona strada. Abbiamo smosso le coscienze”. Martino Melchionda, sindaco di Eboli, tacciato di razzismo per aver chiesto lo sgombero di una struttura occupata abusivamente da cittadini magrebini e resa pericolante da un ennesimo incendio divampato nella zona, davvero non ci sta ed approfittando di una levata di scudi da parte del collega del vicino comune di Sicignano degli Alburni, spiega: “Si ignorano probabilmente le condizioni disumane in cui versano centinaia di extracomunitari sul nostro territorio e si preferisce fare demagogia mentre si consuma nella piana del Sele una delle più profonde tragedie umane dei giorni nostri. Pur di ottenere visibilità sulla stampa si da fiato alla bocca senza considerare il rischio serio e concreto per le persone che vivono in condizioni di assoluta precarietà in uno stabile considerato pericolante dagli organi competenti. Sembra di assistere- aggiunge il sindaco- ad un teatrino delle parti, ignorando però che il vero dramma si consuma quotidianamente sotto gli occhi di tutti: ovvero la tratta clandestina di braccianti e non nella piana del Sele stipati come bestie nel ghetto di San Nicola Varco. Il comune di Eboli, che di buon grado ha offerto piena disponibilità alla Regione Campania, ente proprietario dei suoli su cui da decenni se erge la fatiscente struttura di San Nicola Varco, non intende bypassare gli accordi presi, anzi si è reso disponibile ad una piena collaborazione. Ma di fronte ad un’emergenza umanitaria e soprattutto ambientale, data la mole di rifiuti speciali ammassata in ettari di terreno e sottoposta periodicamente ad incenerimento, non può certo restare a guardare mentre nelle stanze dei bottoni si scommette sulla pelle di centinaia di disperati. Invito le istituzioni tutte ad accelerare qualsiasi processo di bonifica dei luoghi, sebbene si sia consapevoli delle ingenti risorse da impiegare per ripulire una area di così vaste proporzioni, ma è inderogabile il termine fissato perché ciò avvenga, ovvero il 31 dicembre, data prevista dalla stessa Regione Campania come termine ultimo del programma di monitoraggio e “bonifica” dei suoli. Non si parla però di spianare un piccolo fazzoletto di terra, destinato ad accogliere tre container per l’assistenza socio sanitaria, sebbene questa sia necessaria ed utile, ma di abbattere prioritariamente un edificio pericolante, oggi ricovero per decine e decine di extracomunitari, e di rimuovere le tonnellate di immondizia sversate nel luogo in anni di lassismo. L’impresa non sarà facile e l’appoggio all’operato dell’assessore De Felice è totale ed unanime, ma il comune di Eboli, da sempre in prima linea nell’avviare percorsi di integrazione ed assistenza alle comunità straniere, oggi chiede serietà e fermezza rispetto ad un problema nazionale che dovrà essere fronteggiato concretamente ed in maniera univoca, adottando tutti i mezzi disponibili per sanare definitivamente una situazione diventata ormai intollerabile. Basta con le ipocrisie e i falsi proclami, chi vive il problema dell’immigrazione clandestina sul proprio territorio non può non essere d’accordo sull’urgenza di un intervento immediato per uscire dal vortice della clandestinità e dell’illegalità diffusa”.
Martino Melchionda
Sindaco di Eboli