Salerno: Tofalo “Da opere fuorilegge a progettazione partecipata”
Il salto di qualità in questa città non può avvenire con una croce su una scheda elettorale o semplicemente mandando a casa un sindaco ormai succube dei suoi stessi deliri. Siamo in una nuova fase, deve cambiare nella sostanza l’assioma investimento pubblico – speculazione edilizia, dietro la definizione anglofona di project financing si nascondono oggi le lobbies dei costruttori “amici”, la deriva raggiunta dall’amministrazione salernitana rappresenta un totale disequilibrio tra il concetto di pubblica utilità ed il lucro dei privati. Sono innumerevoli le grandi opere rimaste incomplete a causa di una gestione, nella migliore delle ipotesi, fallimentare ed inconcludente. Dopo 22 anni di promesse mendaci su un futuro di benessere grazie ad una città votata al turismo, i salernitani si trovano oggi a parlare di 30 milioni di euro gettati al vento per una piazza crollata e sotto inchiesta anche per smaltimento illecito di rifiuti. La teoria del massimo ribasso e delle varianti in corso d’opera ha fallito totalmente l’obiettivo risparmio, gli unici a beneficiarne sono state le “aziende amiche”, quelle che hanno usufruito di varianti da 8 milioni di euro (2011) per gli imprevisti geologici, le stesse che ora sono sotto inchiesta dalla Procura di Salerno per lavori rifinanziati ma già in corso dal 2009 ed altri addirittura ultimati. Qual è quindi la soluzione? La più semplice possibile! L’urbanistica deve essere partecipata dagli abitanti del quartiere in cui si va a collocare qualunque opera, l’ultima parola sulla trasformazione urbana di una città deve essere quella dei cittadini, non lo dicono i “grillini” ma l’Europa, istituzione a cui tutti i politici si appellano salvo quando c’è da rispettare direttive, leggi e norme a tutela del bene comune. Se coinvolti I salernitani avrebbero mai scelto una piazza mal progettata con tanto di palazzo privato invece della riqualificazione di 30 quartieri? Se i salernitani potessero decidere spenderebbero 3 milioni di euro in luci cinesi o completerebbero il recupero del centro storico alto (come da progetto originale pre-crescent)? Mi fa sorridere l’atteggiamento del sindaco De Luca che sprona il PD alle primarie, salvo poi combattere ogni forma democratica di partecipazione diretta negando alla città, da più di dieci anni, un regolamento comunale. Del resto l’esperienza dei tesseramenti PD made in Salerno ha già ampiamente dimostrato in tutta Italia che le primarie sono facilmente pilotabili, mentre la giustizia, vessata dalla legislazione “renzusconiana”, soffre di una lentezza atavica. Ringrazio gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Salerno che, con grande fatica, stanno cercando di diffondere a Salerno un nuovo metodo di interazione tra cittadini ed amministrazioni; l’incontro di Urbanistica partecipata (progetto Santa Margherita) di sabato scorso ne è l’esempio plastico.