Salerno: Cgil, convocazione “Stati Generali” Ministero Infrastrutture e Trasporti

Con la conversione in Legge n. 164 del 11 Novembre 2014, del DL 13 Settembre 2014 n. 133 (cd Sblocca Italia), è iniziato il processo per definire il “ Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica ”, che unito alla riforma della Legge 84/94 avrà un notevole impatto sulle dinamiche che regolano il mondo della portualità a livello nazionale. Per l’elaborazione dei presupposti e degli obiettivi della riforma, con Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del 27 Novembre 2014, è stato costituito un Comitato scientifico di esperti che prevede la presenza di alcune associazioni datoriali (Assoporti, Assiterminal, Confitarma, Fedarlinea, Confetra) ma esclude il sindacato. Nel mentre, come se non bastasse, la bozza di DDL “ concorrenza ” della Ministra Guidi (MISE), abroga interi articoli della Legge 84/94, facendo saltare le norme che regolano il lavoro nei porti. Quanto sopra testimonia un modo di procedere scoordinato nel metodo e che nel merito metterebbe gli operatori del settore in piena confusione ed il lavoro in balia di una liberalizzazione senza regole. A completare il quadro, già di per se preoccupante, l’incognita sul percorso legislativo che si intende perseguire. Nel caso infatti di emanazione di un decreto legge potrebbe essere esclusa la discussione in sede parlamentare, oltre che il coinvolgimento del Sindacato. Oggi il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha convocato gli “Stati Generali”, ovvero le associazioni datoriali, le imprese, i sindacati, le istituzioni e gli attori del settore della portualità e della logistica, per presentare i risultati del lavoro che il Comitato scientifico nominato dal Ministro Lupi ha realizzato. Siamo quindi alla vigilia di modifiche dell’attuale assetto legislativo che per 20 anni ha regolato e governato i porti le quali possono essere positive o invece rispondere esclusivamente ad interessi politici ed economici, che siamo pronti a contrastare, non a difesa di interessi corporativi o locali ma, al contrario, a difesa e sostegno della capacità lavorativa maturata negli anni, della sicurezza dei servizi tecnico nautici, delle regole contrattuali che vedono un contratto di lavoro unico per chi opera nei porti, delle prospettive di sviluppo del territorio salernitano e dell’intero paese.