Strasburgo: Parlamento UE chiede nuove norme per etichettatura carne, Patriciello “Maggiore sicurezza per consumatori”
“Maggiore trasparenza in tutta la catena alimentare vuol dire maggiore sicurezza e, al tempo stesso, aumento della fiducia dei consumatori. I cittadini vogliono essere informati sulla provenienza del cibo messo in tavola ogni giorno: un’aspettativa legittima e più che comprensibile che l’Europa ha il dovere di tenere nella giusta considerazione”. Così Aldo Patriciello, deputato europeo di Forza Italia e membro del Gruppo Ppe, al termine della risoluzione approvata in seduta plenaria a Strasburgo con cui il Parlamento, a grande maggioranza, ha chiesto alla Commissione Europea di predisporre un quadro normativo per rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine delle carni utilizzate nei prodotti alimentari trasformati. “Credo che l’ampio consenso espresso dal Parlamento nel corso della votazione – ha detto Patriciello – sia la dimostrazione evidente della necessità di approvare in tempi rapidi norme più severe in tema di tracciabilità dei prodotti e informazione ai consumatori. Nessuno ha dimenticato lo scandalo della carne equina e le gravi ripercussioni che ha avuto sulla salute dei cittadini e sulla loro fiducia nei confronti degli organi preposti al controllo delle frodi alimentari. Quasi il 50% delle carni macellate nei singoli Paesi– spiega l’eurodeputato forzista – è usato come ingrediente. Credo, pertanto, che chi mangia un hamburger ,una lasagna o altri cibi simili abbia tutto il diritto ad essere adeguatamente informato sulla provenienza di questi alimenti: un’etichetta che istruisca al meglio i consumatori risponde esattamente a questa esigenza. Chiaramente – ha concluso Patriciello – un’eventuale proposta legislativa ad hoc da parte della Commissione dovrà trovare il giusto punto di equilibrio tra il bisogno di introdurre una maggiore trasparenza sulle informazioni che riguardano alcuni alimenti e la necessità, per le imprese, di apportare le modifiche richieste senza eccessivi costi aggiuntivi”.