Napoli: fecondazione eterologa, dibattito su procreazione assistita
Sono decine oramai i centri di fecondazione assistita in Italia che si sono organizzati per espletare l’eterologa, chiudendo accordi di collaborazione con banche dei gameti esteri. Sono state raggiunte anche le prime gravidanze che permettono alle centinaia di donne italiane in attesa di un trattamento di eterologa, di vedere approssimarsi il momento tanto atteso. Anche la Campania si prepara ad aprirsi a questo tanto atteso trattamento della fertilità.“Noi siamo la prima banca degli ovociti europea, con più di 1.500 vitrificazioni effettuate negli ultimi 3 anni con svariate cliniche d’Europa” spiega il dr Federico Floris, Direttore Commerciale di Ovobank Italia. “Lavorare con un centro altamente qualificato come il nostro, permette sia alle cliniche di avere dei partner professionali di primissimo livello e riportare tassi di risultati positivi tra i più alti in Europa, sia alle pazienti italiane di garantirsi un procedimento del trattamento di selezione delle donanti e di vitrificazione degli ovociti virtuoso di tutte le normative di sicurezza sanitaria previste dalla legge italiane e dalle normative europee in materia”. Anche il prof. Giovanni Menaldo, responsabile del Centro Clinico San Carlo di Torino, interviene specificando che “non abbiamo pregiudiziali a rivolgerci a banche estere accreditate quando non siano presenti nel nostro Centro gameti idonei per il caso specifico. Facciamo quindi la scelta più idonea rispetto alla coppia che abbiamo di fronte”. A questo proposito, sabato 14 febbraio, si svolgerà a Napoli, presso l’Hotel San Francesco al Monte, un incontro dal titolo “L’Ovodonazione nella fecondazione eterologa”, promosso da Ovobank Italia. “Abbiamo risposto alla crescente richiesta da parte di numerosi centri di PMA italiani, di informazioni relative allo start up della procedura dell’eterologa in Italia ed alle problematiche tecniche e legali a riguardo”, spiega ancora il dr Federico Floris. “La recente delibera dell’Ospedale Careggi di Firenze, che ci ha nominato ufficialmente loro partner clinici nella fornitura di gameti femminili, ha fomentato l’interesse di tante amministrazioni sanitarie, pubbliche e private”.“Per ora in Italia manca la cultura della donazione degli ovociti, anche dei sovrannumerari. Dobbiamo lavorarci bene, ma ci vorranno anni”. Questa è la riflessione del prof. Lamberto Coppola, direttore sanitario del Centro Tecnomed di Nardò: “Le coppie vogliono essere seguite dai propri medici italiani, nella propria nazione, parlando la nostra lingua. Non vogliono essere spedite all’estero come pacchi postali, ma ci tengono però a sfruttare l’esperienza dell’estero in questo settore”. Ma qual è la situazione reale delle donazioni italiane di gameti femminili?A questa domanda risponde il dr Roberto Laganara, responsabile medico del Centro PMA Biotech di Padova: “Attualmente non vi sono alternative concrete alle banche estere in Italia per poter eseguire cicli di ovodonazione. Gli ovociti avanzati da altre pazienti in cicli precedenti e che fossero disponibili alla donazione sono difficilmente utilizzabili, per una serie di motivi. Innanzitutto si tratta di ovociti di donne con problemi di fertilità, e questo dovrebbe essere già sufficiente a chiudere il discorso. Inoltre le nostre pazienti sono spesso oltre i 35 anni (età limite per la donazione) e gli ovociti, specie se crioconservati alcuni anni fa, potrebbero non essere stati crioconservati secondo le metodiche più recenti, quelle che assicurano tassi di successo praticamente sovrapponibili agli ovociti “freschi”.