E il Vesuvio eruttò!
Per non dimenticare tanti che, come Plinio il Vecchio, perirono in quella che rimane una catastrofe annoverata non solo dagli annali partenopei. Tra le rovine dell’opulenta Pompei, coperta dalle ceneri vesuviane insieme ad Ercolano. Il ricordo del fatidico anniversario, con la lettura delle lettere di Plinio il Giovane a Tacito, nel Foro Triangolare. Un’atmosfera suggestiva, riandando a quella fatale ora, l’una del pomeriggio del 24 agosto del 79 d.C. La devastante eruzione del giorno seguente, sepoltura nei secoli della doviziosa civiltà romana, lanciando nell’atmosfera migliaia di tonnellate di ceneri, lapilli e scorie. Uno strato di quel materiale, spesso da un minimo di 50 cm, sino a 3 m., rinvenuto da un gruppo di archeologi greci, intorno al lago Mygdonia, specchio d’acqua presso la città di Salonicco, nella Grecia del Nord. L’esplosione, così violenta, scagliò un’enorme quantità di cenere e scorie sino ad un’altezza di circa 20-30.000 m. Trasportata dai venti di alta quota, si propagò in direzione Sud-Sud-Est e, oltrepassati gli Appennini, sorvolò l’Albania. In parte, nell’odierna Salonicco”. L’ultima eruzione, risalente al 1944. Ma di lieve entità. Tra i tanti studi, sul gigante che non smette di bofonchiare, le perplessità e gli azzardi di un’eventuale esplosione. Con conseguenze letali. Allo stato attuale, l’abusivismo ha creduto nel sopore vesuviano. Alimentando l’illusione che mai più la lava consacrerà alla memoria del tempo vite umane. Ma l’attività, ancora presente nel cono vulcanico, non fa dormire sonni tranquilli. Il risveglio fragoroso, darebbe comunque segnali premonitori, prima di giungere allo stato effusivo. E l’eruzione, stavolta, sarebbe particolarmente pericolosa per i gas, non tanto per lapilli e magma. Tra i tanti geologi, vulcanologi e scienziati, che ancora guardano al fenomeno Vesuvio, sempre allerta, chi fida nei piani d’evacuazione approntati e negl’indici di pre-allarme. Il territorio, ancora monitorato, desta comunque inquietudini. E se ogni tanto, i media curiosano tra l’Osservatorio, poi si gira volentieri pagina, quando vengono deluse le riposte, in merito ai tempi di esplosione. Ed il Vesuvio, continua il suo ruolo turistico, attraendo gite fuori porta e curiosi d’ogni luogo che, alle sue pendici, convivialmente rivivono pic-nic di rito, con tanto di scarpe da trekking e zaini in spalla.