III ediz. Camerota festival suoni dal castello- Trio Renoir

Cinque serate per ben sette concerti per l’interessante cartellone che vedrà animato l’incantevole cortile del Castello Marchesale di Camerota dall’Associazione Culturale-Musicale Zefiro, presieduta da Giuseppe Marotta e diretta dal compositore Leo Cammarano, dal 27 luglio al 24 agosto. Un cartellone sostenuto dal Comune e dalla Pro Loco di Camerota, unitamente al Meeting del Mare e al Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, oltre ad un folto cartello di mecenati privati, che saluterà in un paese tra i più musicali della provincia di Salerno, lunedì 27 l’esibizione del trio Renoir, l’11 agosto il jazz classico del trio Zamuner, il 22 agosto il concerto dei migliori allievi della masterclass tenuta dal I clarinetto dell’orchestra di Copenaghen Giovanni Punzi, il 23 doppio concerto con le classi di musica d’insieme e da camera del Conservatorio “G.Martuccu” di Salerno e a seguire la Zefiro Chamber Orchestra diretta da Leo Cammarano, con solisti la violinista Daniela Cammarano, il pianista Alessandro Deljavan e l’oboista Andrea Marotta, per chiudere il 24 con i nuovi linguaggi dell’elettroacustica in prima serata, “Incontri acusmatici” e il Mediterranean Sax Quartet in secondo set. L’inaugurazione del Camerota Festival, prevista per lunedì 27 luglio, alle ore 21,30 è stata affidata a tre strumentisti di navigata esperienza, il Trio Renoir, composto da Vincenzo Meriani al violino, Franco Vigorito al flauto e Matteo Parisi al violoncello. Il concerto sarà aperto dal Vivaldi del trio in Sol Maggiore RV80 caratterizzato da una singolare ricchezza fantastica e da una crescente impostazione virtuosistica, sulla base di un preciso itinerario “drammaturgico”, rappresentato dalla calcolata alternanza di tempi lenti, brillanti e incisivi. Dal castello di Camerota alla residenza di corte a Potsdam, dove il figlio di Bach, Carl Philipp Emanuel, prestava servizio come accompagnatore personale del Re, esperto musicista e suonatore di flauto traversiere, dove risiedevano musicisti di prima classe come Johann Gottlieb Graun e Johann Joachim Quantz e dove lo stesso sovrano si dilettava a scrivere musica per il suo strumento. Qui nasce il triosonate in Re minore Wq 145 rivelante una solida propensione allo stile “osservato”, alla polifonia, sia pur temperata dalle nuove istanze del rococò e della sua spiccata predilezione verso quella libertà ed “Empfindsamkeit” nell’invenzione, emersa in parallelo con la provocazione Sturm und Drang. L’impulso maggiore verso un rinnovamento del repertorio per trio veniva in quel primo scorcio del secolo dal lavoro di Georg Philipp Telemann, un musicista che stava trasformando in maniera profonda lo stile della musica strumentale tedesca. Telemann aveva cominciato a scrivere delle sonate in stile concertante, mescolandovi le nuove correnti della musica italiana. A Camerota, ascolteremo, infatti, il Trio in La minore, esempio di un gusto spiccatissimo per gli accostamenti timbrici, che dà vita a pagine di inedita valenza coloristica, ove alla soavità dei movimenti lenti, si contrappone la vitalità ritmica di quelli veloci, in un contesto complessivo sostanzialmente lineare, privo di ardui procedimenti contrappuntistici, adagiato al gusto corrente, ormai orientato al più accattivante e vaporoso stile galante. Finale con il London Trio n°1 in Do maggiore, di Franz Joseph Haydn, nei tempi, Allegro, Andante e Vivace, in cui il virtuosismo non è mai gratuito e viene cristallizzata alla perfezione la dinamica formale.