Salerno: Rosario Peduto, responsabile provinciale dell’ALE

Il  presidente nazionale dell’ ALE ( Associazione dei Lavoratori Emergenti ) – UGL, Giancarlo Bergamo,  su indicazione del segretario provinciale dell’ UTL-UGL Salerno, Franco Bisogno, ha nominato nei giorni scorsi Rosario Peduto quale responsabile provinciale salernitano dell’ ALE. “E’ con grande entusiasmo – ha dichiarato il neo responsabile salernitano dell’ ALE – che ho accettato questo incarico che il presidente nazionale dell’ ALE-UGL, Bergamo, ed il segretario provinciale dell’ UTL-UGL Salerno, Bisogno, mi hanno affidato: in questo momento mi preme ringraziarli per la fiducia e la stima dimostratami nell’ avermi voluto a dirigere l’ ALE in provincia di Salerno. Comincerò da subito a lavorare affinchè questa struttura sindacale dell’ UGL nata per dare voce e rappresentanza ai lavoratori emergenti, a chi lavora, cioè, senza tutela e senza una rete di protezione sociale, possa diventare forte e radicata anche sul nostro territorio provinciale, in cui cresce ogni giorno di più il numero dei giovani che lavorano come atipici e più in generale come precari. Ci impegneremo dunque perché siano definite precise norme giuridiche per una chiara definizione di ambiti e diritti per coloro i quali operano con modalità contrattuali diverse dalla tradizionale assunzione: norme per la regolamentazione dei contratti individuali e per l’ identificazione di profili professionali e di settore; strumenti per affrontare la precarietà del mercato del lavoro come formazione, certificazione del percorso professionale, incentivi per le forme di aggregazione professionale fuori dagli albi e dagli ordini professionali; ed ancora l’ accesso al credito agevolato, la detraibilità delle spese di formazione e d’ acquisto dei “ mezzi di produzione “, soluzioni praticabili per le assicurazioni e le pensioni integrative, la chiarezza nella gestione del fondo INPS per i collaboratori coordinati e continuativi. Tutto ciò nell’ ottica di una politica del lavoro “ globale “ sul nostro territorio, per essere davvero all’ altezza delle reali dimensioni dei problemi posti quotidinianamente  dalla progressiva erosione del mercato del lavoro nelle sue forme tradizionali, sopravanzato com’ è da forme nuove, flessibili ma soprattutto precarie di impiego e nella consapevolezza comune che non solo non è giusto che il precariato e la flessibilità a senso unico siano esclusivamente merce di scambio dell’ economia globalizzata, ma nemmeno intelligente per una sociètà ed un territorio qual è il nostro che voglia congiungere allo sviluppo economico lo sviluppo umano”.