Fedeltà…europea!

di Rita Occidente Lupo

La fedeltà, valore d’altri tempi, direbbe qualcuno. Specialmente in chiave evoluzionistica. Ma le donne europee, meno traditrici, delle Asiatiche e delle Americane. L’indagine, redatta nei giorni scorsi, perplessizza sulle Asiatiche. Qualcuno ci avrebbe giurato che, gli occhi a mandorla, perennemente a geishe. Sottomesse e sempre sorridenti. Probabilmente, perché solitamente ascrivibili alle abitanti dell’Europa centromeridionale. Dimenticando quella parte dell’ex Unione Sovietica, al di là degli Urali. L’indagine, presentata al Congresso della Società Europea di Ginecologia, per giungere alla conclusione sulla percentuale delle donne, convinte della contraccezione. E capaci di gestire l’uso della pillola autonomamente. L’Italia, indietro rispetto ad Olanda, Francia, Portogallo e Svezia. Purtroppo, anche coloro che l’adottano, ben poco la conoscono. Molte, infatti, solo un’infarinatura. Un tempo, allertate dalle contro indicazioni, oggi piuttosto rilassate. Le stesse adolescenti, inclini ad una sessualità sempre più precoce, ignorano il contenuto contraccettivo. Quella che un tempo era considerata la zattera del sabato sera, la pillola del giorno dopo, semplicemente un mezzo per evitare le complicanze di una relazionalità intima. Infatti, a 16-17 anni, ancora l’Europa rivela che oltre il 30% delle ragazze, vive in tale età il primo rapporto sessuale. Assente la volontà di andare oltre il ricorso al mezzo. Un tempo, ragazze madri, peccatrici irredente. Disonoranti per la famiglia e bollate a vita per il frutto della colpa. Salvataggio, da un condizionamento esistenziale, l’aborto clandestino. Oggi sempre minori i casi in cui, le vecchie “mammane” tradotte furtivamente in casa notte tempo. Anzi, proprio estinte. Soltanto le stecche di mezzi meccanici, coloratissime in farmacia. Una cultura spinta, oseremmo dire in un secolo pregresso. Tabù. A noi della new age, perché ancora la viviamo, constatare che a forza di pigiare troppo il pedale dell’acceleratore sessuale, l’amore martoriato da questuanti d’emozioni, ancora sbilanciato tra eccessi di romanticismo e razionalità di convenienza. Quello che per secoli ha intinto passioni e, perché no, emozioni, nelle storie di personaggi che hanno tratto le sorti dei popoli, non può essere seppellito. Dinanzi al sacrificio della Petacci o della Braun, un interrogativo per le donne moderne: Amore o sessualità?