Salerno: Parisi, Anffas in merito agli scontri a Napoli

“Quanto accaduto ieri a Napoli tra le Forze dell’Ordine, le persone con disabilità, i familiari e i dipendenti dei Centri di riabilitazione del napoletano è il triste epilogo di una scellerata, indegna e strafottente politica regionale relativa alle politiche socio-assistenziali e alle reali istanze di quanti operano nel settore.La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, legge dello Stato dal marzo di quest’anno, chiude definitivamente con la logica che considera le persone con disabilità una categoria sociale. Le persone con disabilità hanno dei diritti e le prestazioni sanitarie sono un loro diritto comprese peraltro nei livelli essenziali di assistenza. Le Regioni più sensibili ai diritti dei cittadini, contrariamente a quanto è avvenuto nella nostra regione, hanno sviluppato una rete di servizi in grado di assicurare i livelli essenziali di diagnosi, cura e riabilitazione e contestualmente cercano di rendere effettivi il diritto allo studio e al lavoro. Tutto questo è utopia in Campania e ciò è da condannare senza appello. La spesa socio-sanitaria nella nostra regione è intorno ai 40 euro per abitanti contro i 146 delle regioni del Nord-Est.  I servizi socio – sanitari gestiti dalle aziende sanitarie sono pressoché inesistenti. La Regione ha creduto di imporre la qualità dei servizi promuovendo il controllo ex ante – realizzato attraverso una marea di delibere, circolari, indicazioni complicate e minuziose che ostacolano la creatività e l’innovazione – rispetto al controllo ex post, basato sull’evidenza dei risultati e la soddisfazione degli utenti. Quasi come contrappasso ha poi finito con retribuire le prestazioni dei servizi accreditati a babbo morto. L’integrazione sociosanitaria sta ancora aspettando che gli assessorati competenti – evidentemente espressioni di interessi divergenti –  si decidano a deporre le armi e a indirizzare la loro attenzione ai problemi dei cittadini. Su questo tema sono anni che sollecitiamo la regione affinché le funzioni di indirizzo politico in materia di  salute e inclusione sociale siano nella responsabilità di un unico assessorato. La Regione Campania è responsabile, insieme alle regioni Lazio e Sicilia, dell’85 per cento del disavanzo sanitario complessivo del Paese. L’ultima “perla” della Giunta Regionale è il Regolamento per la “Compartecipazione al costo delle prestazioni erogate nell’ambito di percorsi assistenziali integrati di natura socio – sanitaria delle persone con handicap permanente grave e dei soggetti ultra sessantacinquenni e cittadini affetti da demenza.” Il documento, a mio avviso, non soltanto offende le persone con disabilità ma tutti i cittadini che credono nelle pari opportunità e nella non discriminazione.  Ritengo che il Ministro delle Pari Opportunità in osservanza della Legge 1 marzo 2006, n. 67 – Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni – debba intervenire e promuovere contro la regione ricorso al TAR per chiederne l’immediata abrogazione”.