Salerno: “La forza del destino” inaugura stagione al Teatro Verdi

Lo spettacolo “La Forza del destino” di Giuseppe Verdi inaugura la stagione lirica del Teatro Municipale Giuseppe Verdi. A dirigere il capolavoro il maestro Daniel Oren direttore artistico della stagione. Pier Francesco Maestrini firma la regia con un cast eccellente.Note di regia di Pier Francesco Maestrini :Lo spettacolo di questa sera nasce a Rovigo nel 2005, ed ha girato oltre nove teatri tra il 2005 e il 2006, toccando, oltre al circuito toscano e quello Emiliano, il Ravenna Festival e Modena, dove è stato ripreso per il DVD della Dynamics ancora in vendita. Con Alfredo Troisi, pensammo ad un allestimento che fosse di grande effetto e abbastanza agile da poter circuitare spesso. Questa collaborazione mi è sempre venuta in grande aiuto quando si è trattato di portare a termine quello che ritengo sia il compito principale del regista, cioè raccontare e rendere comprensibile le storie non sempre lineari e talvolta addirittura bizzarre; proprio come quelle che Verdi tanto amava mettere in musica, consapevole dell’effetto che avrebbero sortito sul pubblico a lui contemporaneo. Nel caso specifico, i quadri e le situazioni che quest’opera affronta sarebbero ben sette da libretto, sebbene a metà del secondo atto si preveda un cambio a vista che equivale a una mutazione di scena vera e propria. (“La grande porta della chiesa si apre. Di fronte vedesi l’altar maggiore illuminato.”). Grazie alla versatilità delle proiezioni è stato possibile, tanto visualizzare altre situazioni oltre alle solite, quanto gettare una luce interpretativa in chiave simbolico-emotiva, nonchè servirsi di esse quale semplice supporto narrativo. Di fatto, la vicenda ricopre un arco temporale di oltre dieci anni, e la cesura più significativa è senza dubbio quella tra il secondo atto e il primo. La versatilità della produzione, cosa che ho sempre cercato anche nell’altro allestimento, nato per Maribor e che ho messo in scena recentemente a Verona, consentiva di spostare l’ouverture, in modo da rompere con quanto precedentemente accaduto e illustrare attraverso le proiezioni tutto ciò che nell’Atto Secondo viene sottinteso (la fuga, la separazione e il ferimento di Leonora). Scelta da non ritenersi sconsiderata perché già intrapresa in passato da illustri predecessori quali Dimitri Mitropoulos e Bruno Walter; giustificata anche dal fatto che il primo atto è comunemente detto “antefatto” proprio perché causa di tutto ciò che avviene successivamente, ovvero,l’eterno scontro tra Carlo e Alvaro. Quasi sulla falsariga del capolavoro di Ridley Scott The Duellists, si è cercato di spostare l’accento e la conseguente chiave di lettura dell’opera in questo conflitto piuttosto che sulle disavventure dei protagonisti o sull’infelice storia d’amore non consumata, incastonando l’acerrimo conflitto nella sua congeniale cornice settecentesca.