Credere alla Befana?

di Rita Occidente Lupo

C’è chi ancora appende la calza, alla piastra di ghisa del confortevole riscaldamento, che in questi giorni rigidi da battere i denti, va a pieno gasolio, sperando che dall’alto, magicamente qualcuno possa scendere a riempirla. Possibilmente di dolciumi e non di carbone!  La fantastica vecchietta, in barba agli acciacchi ed alla scopa di saggina, ogni tanto rodata dal gommista di fortuna, continua a storcere il naso adunco, per sorridere anche ai…non più piccini. A quel mondo adulto, cioè, che non cessa d’esser afferrato ogni tanto dalla folle sindrome da Peter Pan. Nel non voler crescere. optando per il mondo delle fiabe, dei castelli dell’infanzia e della spensieratezza. La genesi della Befana,  nel cuore dell’Italia centrale, in epoca precristiana, fusa con elementi pagano-folkloristici nei secoli. Il vecchio fantoccio, un totem da incenerire propiziatorio per il nuovo anno, rimane a cimelio di una cultura che immolava il passato, rigettandone l’eco funesta.  Magra sorte quella della Befana,  che ha finito per dar vita ad un evento religioso di cui non si perde il segno nel tempo. Infatti furono proprio i Magi dall’Oriente, guidati dalla stella, a giungere dal Bimbo di Betlemme per omaggiarlo nella sua regalità. Di qui l’usanza di portare doni e di riceverne. Specialmente i più piccoli, che ancora ad occhi stretti, la notte del 5 gennaio, popolano i loro sogni dei desideri graffiati nella letterina. Attendendo che il risveglio possa vedere appagate le loro attese. Almeno un tempo, quando davvero si attendeva la Befana per poter ricevere giocattoli ed oggetti desiderati, il 6 gennaio era sospirato con ansia. Ora pare che anche tale giorno si consumi già nell’amarezza delle festività trascorse. Nella tristezza di dover riprendere il tran tran dopo la pausa natalizia. Oggi, chi crede ancora alla vecchietta raggrinzita, è circa il 40% della popolazione. In aumento anche le spese per tale occasione, che s’avvantaggiano dei saldi scattati da qualche giorno in alcuni capoluoghi italiani. La Befana, con le sue calze rattoppate, le scarpe risuolate, il naso adunco, il gonnellone enorme, la scopa supersonica…malgrado tutto ancora scorta i sogni dell’infanzia e, perchè no, culla anche quelli dei grandi, avvezzi a non credere più alle favole, ma afferrati dalla nostalgia di lasciarsi ancora cullare da tali miti!