Battipaglia: allevamenti produzione latte, bufalini in gabbia e vitelli costretti a non potersi avvicinare alle madri

Ieri, i volontari delle delegazioni di Nocera e di Battipaglia della Lega Nazionale per la difesa del Cane, si sono recati insieme all’On. Paolo Bernini M5S, ai carabinieri del Comando di Agropoli e ai veterinari Asl in un allevamento zootecnico del Cilento. Secondo i veterinari Asl,  ci sarebbero dovuti essere solo alcuni animali quali: bufale, mucche, cavalli ed asini. Diversa la situazione constatata durante il sopralluogo. “Mi era stata segnalata la presenza di probabile smaltimento di liquami nel sottosuolo, oltre ad alcune potenziali violazioni delle norme esistenti in materia di benessere animale.” Asserisce l’On. Paolo Bernini M5S- “Abbiamo trovato bufali di pochi giorni in gabbie molto piccole, isolati dai loro simili e con limitata possibilità di movimento. Purtroppo tutto ciò è prassi negli allevamenti per la produzione del latte, per evitare che i cuccioli nutrendosi dalle proprie madri, consumino ciò che invece viene destinato al mercato. Alcuni suini, detenuti in ruderi in cemento, erano sprovvisti dei contrassegni auricolari previsti dalla normativa vigente; erano presenti molti cani detenuti a catena, con cucce fatte di ammassi di lamiera, conigli, tacchini, galline. Ovviamente di quanto riscontrato è stata notiziata la Procura ed ho richiesto l’intervento anche del nucleo ARPAC addetto ai controlli negli allevamenti zootecnici affinché sia rilevato ogni illecito”.“L’allevamento si estende su un’intera montagna, ed è stato problematico riuscire ad arrivare alle gabbie degli animali vista la quantità di fango sulla quale era quasi impossibile camminare. Abbiamo però constatato che i tubi, verosimilmente per lo smaltimento dei liquami, essendo programmati ulteriori accertamenti, collegati ai cosiddetti “lagoni”, erano interrotti in alcuni tratti e ciò causava fuoriuscita di liquido.”afferma Alfredo Riccio, Lndc- “Alcuni animali, come ad esempio i tacchini, erano detenuti in gabbie molto piccole da impedirgli i movimenti. Le galline invece erano ammassate in un’unica stanza buia, senza alcuna possibilità di accedere all’esterno. Inoltre nel recinto dei bovini erano presenti alcuni vitelli con l’anello con gli aghi al naso, utilizzato per far in modo che quando l’animale provi a succhiare il latte dalla madre, pungendola, questa lo allontani. Il nostro appello è quindi rivolto alla Procura competente affinché siano applicate e fatte rispettare le norme di tutela ambientale e benessere animale.”