Carboni e caramelle ai politici di casa nostra!

Aldo Bianchini

Salerno (e quando parlo di Salerno intendo riferirmi anche al resto della Provincia) fin dalla sua genesi della storia politica si adagia, per lunghi periodi, su personaggi che poi determinano nel bene e nel male la vita politica, sociale ed economica dell’intero territorio. Cosa buona e giusta, secondo alcuni; cosa poco costruttiva e fuori dalle logiche politiche, secondo altri. Sta di fatto che numerosi personaggi in città e in provincia dominano la scena politica da diversi lustri e niente sembra poterli smuovere dalle loro poltrone di potere. Il problema è reale ed anche irrisolvibile perché, al di fuori della legge che costringe i sindaci, presidenti di provincia e regione uscenti a governare soltanto per un secondo mandato consecutivo, tutto il resto, dagli assessori ai consiglieri di ogni Ente, dai parlamentari ai ministri è terra di nessuno sulla quale si consumano inverosimili battaglie senza esclusione di colpi, anche molto bassi. Ma viviamo in un paese strano, fatto di questi mezzucci che si annidano in ogni angolo, e quindi la longevità politica potrebbe anche non essere un problema in se, sempre che gli attori di questo teatrino riuscissero a capire quando è giunto il momento di fare un passo indietro. La difficoltà di capire e di agire è palese e determina l’inevitabile abbassamento dello spessore della “politica” che lascia spazio ad altri poteri. Ecco perché con ciclicità quasi impressionante si sveglia la Magistratura ed irrompe in un terreno non suo per fare pulizia e ridare alla politica un volto rinnovato; e questo davvero non va bene ed è contro ogni regola democratica. In questi giorni ne abbiamo assistito a cose turche: in Abruzzo, a Pescara, alla Regione Campania, ai comuni di Napoli e Salerno. E nessuno prende la via di Damasco. A me interessa innanzitutto Salerno, dove vivo e lavoro, città in cui il sindaco Vincenzo De Luca è stato capace di emulare ed eguagliare il suo antico rivale Bassolino: entrambi rinviati a giudizio insieme ad una schiera di collaboratori ed uomini di fiducia. Eppure De Luca spera che la cacciata di Nicolais da Napoli possa spalancargli le porte della Regione; almeno così dicono i soliti noti giornalisti che, forse, non hanno capito che proprio da questa uscita furiosa sbattendo la porta Nicolais troverà l’immagine giusta ed innovatrice per ripresentarsi quanto prima sul palcoscenico principale. Carboni per “Vincenzo” per non aver capito (come dice Carmelo Conte in una accorata lettera pubblica) che se “non avesse avuto certe amicizie avrebbe già avuto il trattamento riservato a tanti socialisti innocenti”. Un carboncino, e mi spiace, anche a Tino Iannuzzi per essersi prestato (pare!) a quella vergognosa registrazione occulta in danno di Nicolais alla presenza della Iervolino. Un dolcetto al presidente Villani che in tanti accreditano come suddito di Vincenzo e che, a me, appare talmente abile da riuscire a gestire degli spazi politici (semmai anche ristretti) con grande compostezza. Dolci e spumante, infine, al senatore Alfonso Andria che, piano piano, sta tornando al centro dell’attenzione generale della città e della provincia; proprio Lui che, al contrario di De Luca, non si è mai fatto narcotizzare dagli applausi a due facce di San Matteo ed è già uscito dalle mura cittadine facendo e parlando di politica. Andria, a mio sommesso avviso, è l’unico personaggio in grado di pianificare strategicamente la successione a De Luca (la cui fine è cominciata….dice Conte !!) perché molti salernitani lo amano e non lo temono.