Europa! Europa!
Giuseppe Lembo
L’insieme europeo va verso il disastro finale. Un insieme sognato dai padri fondatori di un’Europa unita che, purtroppo, proprio non ha funzionato ed è ormai al capolinea. Tanto, per gli egoismi di parte e per la non volontà di cancellare la prevalenza delle proprie identità nazionali, invasivamente presenti e dominanti la scena che, così facendo, non è mai diventata scena europea. All’Europa unita è mancata, prima di tutto, una forte ed assolutamente necessaria coesione di un vero insieme umano europeo. Ciascuno, pur facendo parte dell’UE, è rimasto se stesso nella sua identità di provenienza, senza sforzarsi a fare i passi giusti e necessari per costruire l’Europa dei popoli d’Europa. L’Unione Europea, come convinto insieme dei popoli d’Europa, è una necessità per tutti; una necessità d’insieme che va costruita con un fare responsabile da parte di tutte le diverse parti d’Europa. Tanto, per pensare al futuro possibile, pensando di costruirlo insieme, con un fare saggio e giusto che non può e non deve mancare a nessuno; ma proprio a nessuno dei popoli europei, che hanno dato vita all’UE. Il destino dell’Europa è sempre più incerto; è sempre più minacciato dal futuro negato. Se, come si pensa possibile, dall’Unione uscirà la Gran Bretagna, avremo incontrovertibilmente, un futuro inesorabilmente negato per l’Unione; un futuro dal destino definitivamente segnato. Ma oltre all’Inghilterra, l’insieme europeo è minacciato, tra l’altro, dalla Spagna, dalla Grecia e non poco anche dall’Italia. Sul destino dell’Europa si addensano gravi nubi che presagiscono temporali; tanto, a partire dai migranti che invaderanno soprattutto i Paesi del Mediterraneo, lasciati sempre più soli dal resto dell’Unione che inopportunamente, pensa sia giusto tirarsi fuori da un problema così grave che riguarda tutti, nessuno escluso dei diversi Paesi d’Europa. Nel secolo scorso (il XX), ultimo tempo del Secondo Millennio, i popoli d’Europa guerreggiavano, l’un contro l’altro armato; guerreggiavano per imporre con la forza e la violenza il proprio potere di conquista sugli altri che, una volta vinti e sottomessi, dovevano soccombere al volere altrui da cui dipendevano in tutto. Con l’ultimo conflitto (la Seconda guerra mondiale), l’Europa aveva finalmente smesso di armarsi, facendo tra l’altro, inopportune guerre di morte e di distruzione. L’ultimo cinquantennio dell’ultimo scorcio del secolo scorso, tra l’altro fine di un millennio, è stato un tempo ricco di umanità d’insieme, di unità in un mondo di Pace per sé e per gli altri della Terra, assolutamente bisognosi di Pace. Nel clima di serena umanità in cammino verso un mondo in Pace, anche per mano italiana nasceva l’idea dell’UE (Altiero Spinelli è un intelligente protagonista italiano del Progetto di Unione europea), un progetto finalizzato a mettere insieme i popoli d’Europa, come un popolo solo; come un popolo attivo protagonista di Pace e di un cammino d’insieme assolutamente necessario per costruire un destino nuovo all’Europa del Terzo Millennio; tanto, nel contesto di un mondo dalle caratteristiche di Millennio Globalizzato, con i popoli della Terra animati dal bisogno di mondi nuovi nel sacro rispetto dell’UOMO non più vittima, ma protagonista del proprio vivere; della propria vita sulla Terra, con un’umanità senza barriere ed avente per casa il mondo, fatto di un insieme di promiscuità umana e di una coinvolgente vicinanza delle razze e dei popoli, senza divisioni e/o pretestuose appartenenze. Siamo al ritorno di un nazionalismo non solo dell’Europa, cosiddetta latina; è un terribile male oscuro che si fa con forza, sempre più avanti, anche ad Est nell’antica cortina di ferro, dove cresce, in modo diffuso, dall’Ungheria alla Polonia, il nazionalismo e la xenofobia. Di un insieme umano capace di rispetto degli uni per gli altri, mettendo, per questo, convintamente in vita sia Schengen per una libera circolazione umana in ambito europeo, sia il trattato di Dublino per l’accoglienza dei rifugiati. La libera circolazione deve essere parte di un’anima d’insieme convintamente europea ed attivamente coadiuvante al fine del comune bene europeo, assolutamente non più avvitato su falsi e perdenti nazionalismi che proprio non giovano al futuro dei popoli d’Europa. Dobbiamo saper pensare ad un’Europa dei popoli, capace di dare alla sua gente benessere e sicurezza, senza la costruzione di nuovi muri che dividono, ma costruendo solo ponti di Pace, per uno stare insieme solidale e rispettoso anche di quella umanità sofferente che ti bussa alla porta, in quanto affamata o in quanto perseguitata nel suo Paese d’origine, per cui bisognosa di una solidale umanità europea, capace di protezione e di asilo con il riconoscimento dello status di rifugiato (in base alla convenzione di Ginevra del 1951).