Le incognite del Referendum
di Rita Occidente Lupo
Il 4 dicembre gl’Italiani si ritroveranno a votare per un Referendum costituzionale, che lascia perplessi e confusi tanti. Di qui le perplessità e la tentazione di far dominare l’astensionismo, tanto non occorrerà raggiungere il quorum! Eppure tale votazione costituisce una delle forme democratiche del Paese, che già precedentemente, in tre appuntamenti, ha risposto all’appello. Data storica quella del 2 e il 3 giugno del 1946, allorquando lo Stivale chiamato a scegliere tra Monarchia e Repubblica, optò per la seconda forma di governo. A distanza di oltre mezzo secolo, il 7 ottobre 2001, il referendum costituzionale confermativo della riforma del Titolo V della Carta. Trattandosi di un’ elezione non abrogativa, come quella del prossimo 4 dicembre, non ci fu il quorum, che non sarebbe stato superato: la riforma, passò. Dieci anni or sono, 25-26 giugno 2006, ancora urne aperte sulla riforma costituzionale varata dal governo Berlusconi: ‘devolution’, bocciata con il 61%: il 52% dei votanti superò il quorum. Ora occorrerà attendere che i motori si riscaldino, per capire se non altro cosa ne pensano gl’Italiani di un sistema camerale da contrarre e sugli emolumenti, che vengono ventilati, da lesinare! Ma chiaramente, gli elettori non hanno ancora compreso a cosa andranno incontro col SI o col NO: e si chiedono come mai i Referendum, che richiedono solo secche risposte, strutturati sempre in maniera cervellotica, incomprensibili ai più!