Roma: all’Istituto Patristico Augustinianum libro D’Angelo “In principio fu la famiglia”
Michele Gagliarde
Si è svolta lo scorso giovedì 27 aprile nell’auditorium dell’Istituto Patristico Augustinianum a Roma la presentazione del nuovo libro, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, “In principio fu la famiglia”di Don Pietro D’Angelo, presbitero dell’Arcidiocesi di Benevento, attualmente parroco della parrocchia intitolata a “San Bartolomeo Apostolo” in Monterocchetta, vice-rettore della Basilica di San Bartolomeo in Benevento e assistente ecclesiastico diocesano dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani). Il volume, dedicato «a Papa Francesco, apostolo coraggioso della Misericordia, che insegna a considerare ogni famiglia il luogo privilegiato della tenerezza di Dio», con prefazione a cura del cardinale Angelo Comastri, è un vero e proprio inno a questo «primo capolavoro di Dio» che si estende per ben otto capitoli i quali, caratterizzati da uno studio serio e profondo ma allo stesso tempo da uno stile limpido e fresco, conducono per mano il lettore attraverso le tappe fondamentali della Storia della Famiglia nella Scrittura e nel Magistero della Chiesa. Partendo dalla Creazione dell’uomo e della donna nella Genesi, passando attraverso il Quarto Comandamento della legge mosaica e i cosiddetti Salmi della fecondità familiare, giungendo al Nuovo Testamento attraverso la santa famiglia di Nazareth, modello di ogni famiglia, agli spunti di una vera e propria teologia familiare nella dottrina di San Paolo e alla simbologia della famiglia presente nella teologia giovannea, l’autore traccia infine un quadro complessivo delle risposte del Magistero alle problematiche della famiglia partendo dalla prima enciclica sul matrimonio, l’Arcanum Divinae Sapientiae di Leone XIII, passando attraverso l’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II per giungere finalmente alla coraggiosa quanto discussa Esortazione Apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco, fondata sul primato della misericordia divina come «architrave dell’edificio ecclesiale» rispetto a una «lettura troppo rigida e ingiusta della “oggettività di peccato” come non aggirabile ostacolo alla comunione, ecclesiale e sacramentale». Dopo l’ultimo capitolo dedicato al Direttorio di pastorale familiare l’autore non si esime dal fornire con puntualità e chiarezza nelle brevi schede di approfondimento che chiudono il volume il punto di vista della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia e le sue risposte alle questioni etiche più calde e attuali quali la paternità e maternità responsabile, le situazioni affettive irregolari e le relazioni omosessuali. Dopo il saluto introduttivo di Don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, l’incontro, moderato da Don Giuseppe Merola, redattore della LEV, è stato arricchito dall’intervento di tanti illustri relatori in alternanza con testimonianze concrete di vita familiare vissuta e condivisa. A dare il via a questa tavola rotonda è stato il cardinale S. Em. Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, il quale ha lodato la completezza e la chiarezza dell’autore soprattutto per quanto riguarda la parte catechistica e quella dedicata al Magistero, ai Concili e ai Sinodi che testimoniano un’attenzione crescente da parte della Chiesa sulle tematiche del matrimonio e della famiglia. È stata poi la volta di S. E. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento, il quale si è soffermato maggiormente sulla parte dell’opera relativa alle Sacra Scrittura, sottolineando il primato che essa assume nel volume e che deve assumere nella vita di fede delle comunità: una Parola che va ascoltata sempre per discernere il bene e il male nella vita del credente e che indica anche una pedagogia familiare ben precisa, nella tenerezza che Dio Padre mostra per ciascuno dei suoi figli ma anche nella famiglia di Nazareth, in quell’equilibrio tra obbedienza e libertà filiale testimoniato dall’episodio del ritrovamento di Gesù nel Tempio. Dopo la mirabile testimonianza di famiglia missionaria della dott.ssa Lucia Tortonio, presidente del gruppo missionario OFE, Don Carlino Panzeri, direttore dell’Ufficio Famiglia della diocesi di Albano Laziale, si è soffermato sull’alleanza tra il Padre, l’uomo e la donna sigillata nell’amore sponsale, vero e proprio specchio in cui Dio-Amore si riflette, attraverso un’analisi del poderoso Magistero sulla famiglia e sulle difficoltà che oggi i pastori incontrano nel rapportarsi con le varie situazioni affettive e nel far intendere il senso del sacramento matrimoniale, vero fondamento della comunione familiare. Infine hanno chiuso l’evento la meravigliosa testimonianza di conversione cristiana nella scoperta dell’altro dei coniugi Fratamico, appartenenti al movimento “Nuovi Orizzonti” e l’intervento della dott.ssa Cristiana Caricato, vaticanista di TV2000, la quale ha sottolineato la concretezza usata da Don Pietro D’Angelo nel descrivere la famiglia di Nazareth che è la stessa concretezza di Papa Francesco, il quale guarda non alla famiglia come concetto ma alle famiglie in carne ed ossa, mostrando la sua tenerezza di Padre entrando letteralmente nelle case e nella vita delle persone che incontra e abbracciando le fragilità di ogni individuo. Le conclusioni a cura dell’autore: «Bisogna fare in modo che si ravvivi in tutti noi la consapevolezza delle nostre radici che ritroviamo nella famiglia. Sia la Chiesa che la società considerano la famiglia il luogo privilegiato della vita e dell’educazione. Il Codice Civile afferma che la famiglia è “la cellula fondamentale della società”, la Chiesa invece la definisce “chiesa domestica”. Questo ci fa capire l’urgenza di costruire un mondo migliore a partire dal recupero del valore della famiglia, luogo privilegiato della presenza di Dio e autentica scuola di Vangelo. Se la famiglia è capolavoro di Dio, ognuno di noi è interpellato in prima persona a tutelarla e a difenderla contro ogni attacco alle sue fondamenta. Infatti, se si distrugge la famiglia, di conseguenza si distrugge l’uomo e l’umanità, la possibilità dell’uomo di andare oltre sé stesso e di aprirsi all’altro in una capacità di ascolto, di accoglienza e di aiuto» Presenti all’incontro numerosi gruppi di fedeli provenienti da Salerno, Napoli, Avellino, Solofra e Nocera Inferiore, oltre a una grande partecipazione della comunità parrocchiale di Monterocchetta di cui Don Pietro D’Angelo è parroco, giunta a Roma insieme alla comunità amica di Pago Veiano, accompagnata dal parroco Don Gaetano Collarile.