Un volo … al dente
Padre Oliviero Ferro
Sembra facile dire: “Ho male al dente, prenoto la visita dal dentista e il problema si risolverà in breve tempo”. Ma se tu abiti in un posto e il dentista si trova a oltre 100 km. O più, allora tutto diventa difficile. Mi è successo una volta. Io mi trovavo nella missione in pianura, sui 700 metri. E il dentista si trovava sull’altipiano, o meglio, alla fine del lago Kivu (Congo RDC). Quindi si doveva prendere il fuoristrada, salire una lunga strada di montagna che ci portava alla città di Bukavu. E là, prenotare un volo per andare a Goma, dove c’è un famoso vulcano. Durata del viaggio. Beh, dipende. Se eravamo nella stagione delle piogge, la strada di montagna era un po’ fangosa, oltre a trovare anche la nebbia, e ci voleva una buona giornata per salire. Poi ci si riposava alla casa dei missionari e ci si informava quando c’era il primo volo. Intanto il dente si faceva sentire…Finalmente dopo uno o due giorni (quando si è fortunati) ci viene detto che al mattino presto, si poteva partire. Si avvisano i confratelli di Goma di venire all’aeroporto a prenderci. Arrivati all’aeroporto di Kavumu (quello di Bukavu), mi guardo intorno per cercare l’aereo. Forse era nascosto da qualche parte, ma poi riesco a riconoscerlo dalle ali. Era un 4 per 1: cioè 4 passeggeri più il pilota più le merci. Diciamo, un’automobile con le ali. Dopo aver fatto controllare i documenti alla polizia, si sale nell’aereo e si prende posto. Cinture di sicurezza, Ave Maria alla Madonna che tutto vada bene e…via, si parte. Dopo poco, prendiamo quota. Io, all’inizio guardo avanti. Poi, piano piano, mi avvicino al finestrino. Il lago è sotto di noi, tranquillo. Il sole picchia sui finestrini e ci rimanda le immagini che vengono da sotto di noi. Le barche dei pescatori, quelle che vanno alle isole a vendere frutta e verdura…mi assopisco e sogno di essere su un razzo…ma dopo poco, quanto (un’ora, credo), il pilota ci dice che fra poco, se tutto va bene, atterreremo a Goma. E vedo che l’aereo-auto inizia a virare e lentamente scende di quota fino a posarsi sulla pista. Siamo arrivati. Tutto è andato bene. Saliamo sull’auto dei missionari. Qualche bicchiere d’acqua e un mango ci fanno riprendere dal viaggio. Poi dal dentista o meglio dalla dentista. E’ una signora russa. Il suo ambulatorio è aperto nella natura. Infatti mi cura sul terrazzo del suo appartamento. Nessun bisogno di corrente, tutto in semplicità. E difatti, lavora bene, con competenza. Dall’altra parte, in mezzo alle piante di banano, le scimmie mi fanno delle smorfie. Vorrebbero salire fin da noi, ma per fortuna cambiano idea. Intervento finito, inizia il viaggio di ritorno, sempre entusiasmante. Aeroporto, controllo documenti, volo nel cielo blu, discesa verso la pianura e finalmente di nuovo a casa. Ci siamo fatti cinque giorno su e giù. Un’esperienza tra le tante da raccontare, ma speriamo che la prossima volta il dente rimanga tranquillo. Non sempre gli aerei volano…ogni tanto, poverini, anche loro devono far riposare le loro ali!