A Lisbona in scena l’opera “I Normanni a Salerno” kolossal lirico sulla
Sabato 5 dicembre, sarà il soprano italiano, Patrizia Morandini, accompagnato dal pianista italo-brasiliano Aurelio Brescia, ad interpretare al Museo della Musica di Lisbona una raccolta di arie meno conosciute dal bel canto italiano. L’attenzione si concentra sulle arie dell’opera storica “I Normanni a Salerno ‘di Temistocle Marzano, un capolavoro lirico monumentale e ingiustamente dimenticato, forse a causa della complessità di attuazione e messa in scena, che è stato recentemente recuperato nel 2006 proprio a Salerno, dal Consorzio Sial diretto da Eugenio Paolantonio.I Normanni a Salerno” fu scritta da Marzano e dedicata “all’onorevole Municipio di Salerno” cioè alla città ed alla sua gloriosa storia. Non veniva rappresentata da 133 anni quando, con una importante iniziativa culturale, sotto l’egida della Regione Campania, è stata portata in scena tre anni fa in prima mondiale al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno il kolossal lirico “I Normanni a Salerno”. L’opera, composta da Temistocle Marzano, che fu allievo prediletto di Mercadante, è un capolavoro storico in musica, tanto maestoso da non essere più rappresentato per gli ingenti costi di produzione. Dopo la prima mondiale al Verdi di Salerno, l’opera fu rappresentata l’anno scorso per la prima volta al Politeama di Napoli ed approda ora in Portogallo. “L’appuntamento di Lisbona è la conferma della bontà di un progetto, ora finalmente apprezzato anche in Europa.- spiega il produttore, Eugenio Paolantonio, presidente del Consorzio Sial, specializzato in grandi eventi lirici- Quando siamo andati a recuperare I Normanni a Salerno ci siamo imbattuti in documenti che testimoniavano del successo della prima ottocentesca, mai più ripresa per gli alti costi. La prima storica de I Normanni fu salutata da un grande successo di pubblico e di critica. Era l’11 giugno del 1872, quando l’opera debuttò al Teatro Verdi di Salerno, diretta dallo stesso autore Temistocle Marzano, che intese così celebrare i fasti della storia di Salerno, partendo da una pagina eroica del passato del Mezzogiorno”. La stampa nazionale ed internazionale, che recensì la prima, parlò di un grande successo di pubblico e di critica, tanto che l’autore pensò di portare anche altrove l’Opera, ma i costi della stessa ed i tempi gli impedirono di terminare i suoi progetti”. Nel Piccolo dizionario delle opere teatrali (Ricordi) a cura di Giovanni Paloschi e di pochi anni successivo alla rappresentazione, lo spartito de “I Normanni a Salerno” è segnalato tra quelli di maggiore rilevanza, mentre il Trovatore di Milano, all’indomani della Prima così scriveva: “Successo luminoso. Lavoro di grande merito artistico. Instrumentazione accurata e di effetto magnifico. La messa in scena degna in tutte della grandiosa opera. Il Maestro evocato moltissime volte sulla scena”. Temistocle Marzano nacque a Procida il 2 gennaio 1821 e morì a Salerno, nel cui cimitero monumentale riposano le sue spoglie, il 29 aprile del 1896. Un’opera grandiosa, nello stile del Maestro Mercadante, seguace e ammiratore di Rossini, scritta da quel Leone Emanuele Bardare che fu invitato da Verdi a terminare la stesura del libretto del Trovatore, e ad adattare quello del Rigoletto per esigenze di censura. La vicenda è ambientata nell’XI secolo, allorquando i normanni, capeggiati da Guglielmo Braccio di Ferro, figlio di Tancredi d’Altavilla, vennero in aiuto alla città di Salerno per respingere l’attacco dei saraceni. La storia ricorda la resistenza della popolazione salernitana e l’infelice amore di Bianca, figlia del re Guaimaro e promessa a Guglielmo, per Ainulfo, traditore della proprio popolo e della propria fede. Questi, infatti, informato delle nozze dell’amata con Guglielmo, si introduce nel palazzo per portarla con sé ma, avendo fallito, torna sotto mentite spoglie minacciando di uccidere il re Guaimaro. Scoperto e fatto prigioniero, Ainulfo si uccide per non cadere nelle mani del popolo che vorrebbe linciarlo. L’amor patrio di Bianca trionfa sulla passione che unisce i due giovani, e il finale tragico riscatta Ainulfo del suo tradimento.