Cava de’ Tirreni: Tony Esposito al Moro

E’ ispirata da sonorità provenienti da molti Paesi del mondo che ha mescolato con ritmi tribali e melodie tipiche della musica partenopea. E’ la musica di Tony Esposito in Ensamble 2009, uno dei più famosi percussionisti d’Italia,  protagonista della scena venerdì 11 dicembre del RistoPub Il Moro di Cava de’ Tirreni (Sa).Tony Esposito accompagnato da  Juan Carlo Albelo Violino e Armonica, Antonio Faraò al Pianoforte,  Dario Deidda al Basso calcherà venerdì 11 dicembre a partire dalle 22.30 il palcoscenico del locale del Borgo Scacciaventi. Il percussionista napoletano Tony Esposito all’attivo vanta numerose collaborazioni con artisti della scena nazionale ed internazionale fra cui: Pino Daniele a Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Gino Paoli, Roberto Vecchioni ed altri.L’originalità del suo approccio si può ritrovare nell’invenzione di strumenti unici come il tamborder, suono onomatopeico di uno dei suoi più famosi brani: “Kalimba de Luna”.Insieme a Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso, Rino Zurzolo e Fabio Forte, ha contribuito a coniare il termine “blues metropolitano ” che trova il punto di massima espressione artistica forse nell’album di Pino Daniele “Vai mò” del 1981.Già con dischi come Rosso Napoletano, Processione sul Mare, La Banda del Sole la sua ricerca ritmico-sonora si è spinta ad usare strumenti a percussione, ovviamente partenopei, ma anche caraibici, africani e sudamericani pressoché sconosciuti. In Italia ha saputo portare le percussioni a livelli di grande protagonismo anticipando già nel ’75 fenomeni sonori come gli Stomp e LesTambours du Bronx. Ha inventato e brevettato il tamborder il cui suono, unico, ha contribuito al grande successo del suo Kalimba de Luna il singolo che nel 1984 ha venduto oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo. Tamborder che, peraltro, Tony utilizza da molti anni durante i suoi seminari di musicoterapia, disciplina di cui è fervente sostenitore. E, se in Italia insieme ad altri artisti musicisti partenopei è stato uno dei punti di riferimento della musica “Made in Napoli”, le sue collaborazioni hanno superato i confini nazionali. Così oltre a Lucio Dalla, Francesco de Gregori, Gino Paoli, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, Edoardo ed Eugenio Bennato lui può raccontare, come pochi altri italiani si possono permettere di fare, di aver suonato al fianco di Don Cherry, Gilberto Gil,Eumir Deodato, Paul Bukmaster, Don Moye, Gato Barbieri, Brian Auger, Eddie Dlakwel, Billy Cobham e l’elenco è ancora lungo. Questo gruppo di già citati musicisti, insieme a molti altri dell’interland partenopeo (fra i quali citiamo Ernesto Vitolo e Gigi de Rienzo, Robert Fix, Mark Harris ), verranno considerati per molti anni i capostipiti ed i punti di riferimento della cosiddetta “Napoli-power “(il nuovo sound blues – rock metropolitano ove si innestano funkyjazz e worldetnica).Ma è soprattutto nella melodia saggia e contemporanea di Franco Battiato, nel canto rock metropolitano di Edoardo Bennato, nel jazz-sound del contrabbassista Wayne Dockery, nelle old-afro-melody del famoso Gregg Brown (Osibisa), e nei virtuosi assoli chitarristici di John Tropea, che Tony Esposito ritroverà assoluti e nuovi stimoli che gli permetteranno di ritrovare artisticamente, ancora per l’ennesima volta, sé stesso, autore di quel sound inconfondibile che ha creato negli anni il fenomeno del biondo partenopeo “king of percussion”.