Monte San Giacomo: abusi nel Parco ? (8^ e ultima puntata)

Aldo Bianchini

Ho chiuso la settima puntata con l’elenco dei componenti il Comitato 18 Agosto 2006. Solo per la cronaca ricordo a tutti che Aluotto è proprio colui il quale ha ricevuto dal Comune l’ordine di abbattimento del presunto abuso edilizio nel Parco (la famosa porcilaia). A nessuno dei componenti il Comitato viene però in mente che l’inchiesta giudiziaria a carico del tesoriere dovrebbe quantomeno indurlo alle dimissioni dal Comitato anche se solo per una questione di “opportunità etica e politica”. Insomma uno che probabilmente ha commesso un abuso non può certo ergersi a paladino dell’ambiente e partire all’attacco di altri soggetti violentatori della natura. Quantomeno converrebbe a tutti attendere la conclusione delle inchieste. Potremmo avere anche la sorpresa di apprendere che nella porcilaia è stato impiegato più cemento che per la strada e la casa nel parco. Il fatto poi che il Comitato 18 Agosto sia stato assente dalla convention del maggio 2008 organizzata, proprio a Monte San Giacomo, dal presidente del Parco Domenico De Masi non appare giornalisticamente cavalcabile perché probabilmente il Comitato in quella occasione ha subito un ingiusto ostracismo politico all’ombra di quella battaglia che vado descrivendo. Ovviamente sia il Comitato che il Codacons di Sala Consilina si guardano bene dal costituirsi parte civile nel “caso Aluotto” mentre invece premono per la costituzione di parte civile nella “vicenda Mele” e cercano di spingere almeno per due volte ufficialmente il Comune di Monte San Giacomo a fare la stessa cosa e i “Consiglieri di opposizione” decidono di rivolgersi finanche alla Corte dei Conti per capire se la mancata costituzione possa arrecare danni erariali al comune. Seguono, poi, varie concomitanze strane sulle quali il Tribunale, oltre a chiarire il presunto accordo tra il Presidente del Tribunale di Sala Consilina “dott. Luciano Santoro” e il Presidente dell’Ordine Forense “Avv. Giuseppe D’Aniello” per via di quella lettera ufficiale del Codacons del 23 maggio 2009, farebbe bene ad allargare la visuale sul complesso delle attività del Comitato che non si ferma, ma continua solo per e contro la “vicenda Mele”, attività che soltanto in questi ultimi mesi sembra aver esteso verso altri obiettivi come quello dei “faggi”? Anche se qui necessita precisare che il PAF 2002/2011 approvato dalla Regione nel 2005 e che solo successivamente il PNCVD fa suo e individua i tagli da preservare, tra questi il “bosco dei faggi”. Indennizzo, quindi, sancito per tabulas; ma votano contro il rimborso proprio Palmiro Clemente ed altri due. Solo mediatico, quindi, il trionfalismo del Comitato.  E ancora sorprende che la pubblicazione all’Albo Pretorio dei “permessi” relativi alla “vicenda Mele” non siano mai stati visti da nessuno, mentre ci si rende conto di quanto avviene sul territorio con una “semplice passeggiata ferragostana” o leggendo gli atti della Procura; senza voler tener conto che l’iter del primo “permesso di costruire” rilasciato al Mele è iniziato nel 2000, epoca in cui Palmiro Clemente era consigliere di maggioranza e che in quella veste, sembra, non aver mai avuto nulla da contestare. Ma rischierei di scivolare nei pettegolezzi che è bene sempre mantenere lontani da un’inchiesta giornalistica. L’ultima cosa strana, ma probabilmente lo è soltanto ai miei occhi, è che l’avv. Alberto Landi da un lato difende l’Aluotto per l’inchiesta a suo carico e dall’altro difende il Codacons di Sala Consilina come parte civile per le inchieste contro il Mele ed altri. Ma ovviamente il legale esercita nell’uno e nell’altro caso la sua professione e, senza offesa per nessuno, lo fa anche molto bene. Nell’attesa delle prossime udienze dibattimentali non posso fare altro che ringraziare gli amici lettori per la loro pazienza; finisco col dire che il “mestiere di ambientalista” è cosa molto difficile e chi lo vuole fare deve farlo sempre, comunque e fino in fondo. Costi quel che costi.