Viaggio nel potere e nei bisogni dell’uomo nella società-mondo del Terzo Millennio
Un nuovo libro-inchiesta di Giuseppe Lembo , sociologo, giornalista, scrittore, direttore della rivista “Sociologia la società in rete”, autore di numerose pubblicazioni, con esperienze organizzative nel campo della cultura, dell’associazionismo culturale ed autore di studi conoscitivi nel campo sociale, antropologico-culturale e della comunicazione autentica, attento osservatore dei cambiamenti epocali della condizione umana nel mondo globale, dopo l’importante libro-inchiesta “I globali del terzo Millennio”, sul disagio della condizione umana dal locale al globale, tornerà a breve in libreria con un nuovo libro-inchiesta. In anteprima l’ha annunciato, mostrandone le bozze, durante un convegno al salotto culturale dell’Accademia Alfonso Grassi di Salerno, dove ha trattato come relatore, il tema “La globalizzazione: gli effetti sull’uomo nella società-mondo”. Purtroppo la società del nostro paese e soprattutto la società meridionale è poco attenta ai cambiamenti epocali ed alla nuova condizione dell’uomo, il frutto di un inarrestabile incontro delle diversità umane, espressione di un meticciato culturale, linee guida di quanti sono impegnati a costruire da protagonisti, nel prossimo futuro, la società-mondo, nonostante la resistenza e/o l’indifferenza diffusa di chi non sa interpretare il nuovo che avanza e passivamente si pone fuori dalla storia che verrà di cui riesce a seguire solo le poche incerte conoscenze, diffuse, spesso in modo strumentale dai mezzi di comunicazione e soprattutto dalla piazza mediatica che nel nostro Paese ed oltre, produce effetti devastanti per la crescente idiatizzazione dell’uomo e del suo insieme sociale. Il mondo delle immagini e della comunicazione è, purtroppo, sempre più indifferente alla comunicazione autentica, al comunicare per l’uomo sociale, per l’uomo protagonista, per l’uomo portatore di saperi e conoscenza e per quell’etica condivisa, che è alla base umana e sociale di chi, con interesse ed impegno, sa pensare al futuro e costruirne insieme, il percorso. Il nuovo libro-inchiesta di Giuseppe Lembo, avrà un titolo un po’ particolare “Calati juncu, ca passa ‘a chiena” viaggio nel potere e nei bisogni dell’uomo dal locale al globale. Nella Terra ferita a morte, l’uomo ha rotto gli argini della sua secolare stanzialità. Spinto, tra l’altro, da una crescente ed invasiva comunicazione mediatica, in una Terra-Stato, dalle dimensione di villaggio globale, ha dato vita ad un meticciato culturale che farà crescere, con grande beneficio per l’intera umanità, il confronto delle diversità. L’obiettivo primario che si pone questo nuovo saggio di Lembo scritto usando, come base del suo pensiero, la grammatica dell’umanità con alla base le regole plurali della società globale, è l’uomo del mondo, la sua dignità, la sua libertà, la sua libertà dal bisogno ed il suo crescente interesse ad esprimere, in senso pieno, tutte le possibili forme della società plurale e pluralista, con una visione includente della vita umana, senza esclusione alcuna. Al primo posto c’è l’uomo delle povertà, dei bisogni, delle sofferenze e della sottomissione infame ai poteri forti spesso violenti e disumani. Questo nuovo viaggio virtuale di Giuseppe Lembo, fatto di pensieri in libertà, contiene non solo il pensiero unico dell’autore, ma anche il pensiero universale della società-mondo, per molti aspetti condiviso e condivisibile, in un quotidiano confronto di “Io e gli altri”; con preoccupazione l’autore si interroga sul futuro dell’uomo, attraverso una narrazione fortemente coinvolgente, da vero e proprio romanzo sociale, come già riconosciuta in tutti gli scritti di Giuseppe Lembo. Lembo vuole dare un contributo di pensiero e di idee per progettare il futuro insieme agli altri, sforzandosi, prima di tutto, di esorcizzare le tante paure che affliggono la società-mondo del pianeta Terra, creando in molti, i diseredati della Terra, condizioni di grandissima sofferenza umana. Al centro del titolo del libro c’è un pianta acquatica; il giunco, dal latini juncu; di etimo incerto, cresce nei luoghi acquitrinosi. Si tratta di una pianta particolarmente resistente; si piega ma non si spezza. La metafora che rappresenta il filo conduttore del libro, nel viaggio virtuale che riguarda i bisogni dell’uomo socialmente debole ed il potere dei forti, è nel fatto che anche il giunco, come gli uomini, è costretto a calarsi, ad abbassare la testa. L’immagine del giunco sottomesso alla furia delle acque è una immagine particolarmente significativa se assunta a simbolo della condizione umana della società del nostro tempo; l’uomo in tantissime situazioni è costretto ad abbassare la testa, a chinarsi al volere dei poteri forti che ricercano nel mondo l’accondiscendenza ed una servile sottomissione dei propri simili, da sacrificare alle ragioni superiori del dio potere. La società dei forti non fa sconti a nessuno; è indifferente all’etica e spesse volte alla stessa ragione. Proprio come la chiena, impone la sua volontà, espressione di un potere forte ed indiscusso. In questa triste condizione della soccombenza c’è una forte simbiosi tra il mondo degli uomini ed il mondo della natura. Il detto antico legato alla natura, trova riscontro nella società ed ancora oggi anche nella società globale dove l’uomo è costretto a subire le ragioni o meglio dire la volontà dei forti e quindi sottomettersi ai loro valori. Dei deboli, costretti a sottomettersi alla volontà dei forti, Lembo non ne accetta come naturale e legittimo, il principio della soccombenza umana. Anche questo libro vuole rappresentare la testimonianza del suo impegno per un mondo diverso; per un mondo nuovo, in cui l’uomo, con la sua dignità, con la sua libertà, sia al centro di tutte le cose della vita terrena. Che fare? Contro il silenzio di una rassegnata subalternità antica, Giuseppe Lembo si appella al coraggio degli uomini; non più silenziosi, devono avere il coraggio di ribellarsi e saper dire basta a quanti, per il proprio fine di potere, pretendono di sottomettere i propri simili, espropriandoli del loro essere uomini liberi, costringendoli a vivere nel bisogno e privandoli, altresì, del loro diritto di essere parte attiva di un mondo dove deve esserci un giorno solidarietà e reciproco rispetto da parte di tutti. Tanto serve ad un mondo nuovo, ad un mondo solidale, basato sulla forza delle idee e dell’etica condivisa utili a cambiare le sorti della società-mondo dove gli uomini, tutti gli uomini, devono avere il diritto alla vita e dove ridimensionando il potere dei forti, deve essere data la dovuta dignità umana ai deboli, agli ultimi della Terra, vittime di un potere distruttivo che appartiene all’arroganza di chi pensa di essere padre-padrone del mondo e per volontà superiore, fuori da ogni etica, disporre a proprio piacimento della vita dei deboli, degli ultimi della Terra, in quanto trattasi di uomini senza diritti. L’opera ultima di Lembo, assolutamente nuova ed originale, servirà a quanti vogliono costruire insieme agli altri il futuro del mondo, restituendo, prima di tutto, la dignità perduta degli uomini non riconosciuti tali e da sempre, protagonisti di soli “diritti negati”. Si tratta di un’opera di singolare preveggenza del futuro dell’umanità, dove ci sarà un unico protagonismo che è quello dell’uomo globale, facente parte della società-mondo. Chi non sa prevedere il futuro, non sa interpretare neanche il presente. Lembo è preoccupato di questa diffusa condizione umana di quanti (purtroppo tanti) non sanno e non vogliono avventurarsi a prevedere il futuro dell’uomo sociale e si pongono con indifferenza nei confronti del presente, accettandone le regole, i vizi, gli abusi dei forti sui deboli e con altrettanta indifferenza non reagiscono minimamente sugli scenari dei diritti umani violati, arrivando a tollerare persino che ancora il mondo della ricchezza, possa permettersi di produrre morte per mancanza di cibo, acqua e medicinali, nel martoriato ed inumano mondo della povertà, dove si mette in discussione tutto e prima di tutto, il diritto alla vita, un non diritto codificato soprattutto per quel mondo infantile che nasce per vivere il suo breve inferno umano sulla Terra e poi morire di fame nella generale indifferenza degli uomini.