Mercato San Severino: Carlo Casale, poliedrico conoscitore di musica

Anna Maria Noia

Carlo Casale, eclettico e poliedrico – ironico, sornione. Di Mercato S. Severino, innamorato di questo centro irnino (ma anche, in qualche modo… “deluso” dalla cittadina). Boy scout alla “scuola” di Gino Noia – intellettuale della Valle Irno, deceduto sette anni fa. Una bella chiacchierata a tu per tu ha costituito l’occasione per una piccola – e “meritata” intervista. Dato che non sempre apprezziamo le eccellenze – siano esse opere o persone – dei nostri cari territori… Il Nostro si può definire (e/o paragonare a) Renzo Arbore, per la grande passione (innanzitutto) profusa in anni ed anni di musica e incontri speciali (amicizie con grandissimi personaggi del jet-set e dello show.biz nazionale ed internazionale). Da anni, inoltre, commerciante “storico” al corso Diaz. Carattere mai ipocrita – anzi! Condivide con la dolce metà, la simpatica moglie Concettina, il gusto per la schiettezza e per il sarcasmo (quello intelligente, fino). Sua musa ispiratrice, la cara figlia Carla. Una ragazza solare e ricca di gioia di vivere – purtroppo deceduta nel fiore della sua carismatica giovinezza. Una perdita che ha causato un profondo “vuoto”, colmato però dalla tenace speranza di non arrendersi mai di fronte alle brutte esperienze. Di andare avanti, nonostante tutto (e tutti). Attualmente, Carlo lo si trova – per tutti gli amici che lo apprezzano, e sono veramente in tantissimi (lui non si lesina mai, non si nega, offre il suo preziosissimo tempo…) – al negozio “Memory stock”, del figlio Alfonso. Una volta, fino a una quindicina di anni fa, l’esercizio era un’accorsatissima rivendita di dischi (vinili, lp, 33 e 45 giri), audiocassette, nastri e cd (più gadget e t-shirt). Un’attività unica nel suo genere. Grazie al suo amore per tutto ciò che è musica, strumentazione, mondo dello spettacolo. La passione prima di tutto, quindi. Tutto, anche, legato al ricordo del carissimo fratello Salvatore “Toruccio” Casale – cui il Nostro deve moltissimo, in svariate vicissitudini (egli morì negli anni 60, giovanissimo). Il locale suddetto era “Co.ca in” (da un’idea di Gino Noia, amico e “mentore” – con i nomi di Concetta e Carlo). Casale è anche ricordato per il tifo… “sfegatato” (così possiamo affermare) per il Napoli – la squadra del cuore, che a S. Severino possiede numerosi estimatori. Raccolti in un club in via Rimembranza. Tra le collezioni di Casale, oltre agli immancabili articoli musicali (sulle centinaia di migliaia), quella delle palle di neve (snow-ball) artificiali (ne possiede migliaia da ogni dove) e quella dei fumetti tipo Tex Willer e Blek. Proprio alla stregua di Arbore. Che dire, ancora, di questo fan del mondo delle canzoni e del palcoscenico (ovviamente musicale) attuale e passato? C’è moltissimo di cui parlare e discorrere: ad esempio degli inizi. Da quando era – molto tempo fa (e gli aneddoti si moltiplicano…) – agente per la Campania della Ri.fi records di Milano. Da quando ha conosciuto notissimi personaggi (sui generis o più… “canonici”, “tranquilli”) come Lello Pugliese (ancora in attività, nei locali di Ischia e Capri). Oppure possiamo parlare delle sue recenti esperienze: Casale è un apprezzato ideatore di testi in vernacolo napoletano. Molti testi gli sono ispirati dalla dolcissima e sempre presente Carla. Tra questi spartiti (solo parole) di ultima composizione, ricordiamo “E ‘ddoje carezze” – cantato da vari artisti. Tra questi, Tony Coclite – ex leader della band “I Romans”. Amico fraterno di Casale. Carlo Casale è stato, tra l’altro, inserito nell’ambito dell’Enciclopedia della Canzone Napoletana.

Questa poesia “musicalizzata” (“E ‘ddoje carezze”, appunto) la ha interpretata anche Andrea Anonimo – pseudonimo di Valerio Mottola – di origini partenopee, ma vive ad Agropoli. Proprio ad Agropoli, Casale organizza talvolta begli eventi. Egli – assieme al competente e appassionato Pino Imparato – ha organizzato (più in passato) delle mostre del disco (a S. Severino o non) così interessanti da doversi – sicuramente – ripetere con entusiasmo. Carlo Casale, compositore (o meglio, paroliere), autore, personaggio di spicco della cultura sanseverinese. Con tanta umiltà e discrezione; alla scuola dei “lupetti” e delle “coccinelle” (poi, “esploratori” e “guide” – infine, “rover” e “scolte”) ha trovato una strada per perfezionare una sua personale disciplina. E riprendiamo, dopo questo excursus… (un po’) “pindarico” – da parte nostra – il filo del discorso su questo arzillo “giovanotto” classe 1945. Il fratello Toruccio era invece del 1942. E lo ricorda con emozione e rimpianto. Soprattutto adesso che Carlo ha riscoperto – passione mai sopita – il piacere di scrivere testi. Ovviamente, in dialetto napoletano. Ovviamente, da autodidatta. Anche se dà dei punti a molti laureati anche in tema di lingua ed espressione italiana… La vena poetica, pare, è “occulta”, nascosta – solo apparentemente, però. Con apprezzamenti e richieste di vari artisti, anche famosi – come stiamo dimostrando nello scrivere tale articolo “di costume”. Entrando ancora più nel vivo della ricca esistenza di Casale, è del 2018 – si sta lanciando – “Frate do’ u munn”; migliaia le “visite” (o condivisioni) su You Tube. I video di tale testo – sulla pace nel mondo (tanto agognata, cara e sospirata – tema quanto mai attuale, oggigiorno) – sono a cura di Tony Franz. Un videomaker siculo che risponde al nome (al secolo) di Francesco Scianna. C’è un po’ di Sicilia, di Sud – dunque – nelle immagini dei video; come c’è la presenza della nobile Sardegna – sempre in “E ddoje carezze” – con l’artista (appunto sardo) Salvatore Solinas. E così, il “Mogol dei poveri” – alias il sornione Casale – colpisce ancora… Tantissimi altri spartiti lo stanno aspettando, attendono la sua ispirazione. Che certamente avrà modo di non mancare… Per la cronaca, Casale sta incidendo un cd – che dovrebbe uscire nella primavera del 2019 – con dodici “pezzi” (o track). Vastissima, intanto, la propria produzione artistica: di lui annoveriamo – tra pezzi già usciti e/o in elaborazione – hit apprezzabilissime e sentite (molto visitate, proprio su Internet) quali “Nu vaso e na rosa”; “O bene ca te voglio”; “Scippami o core a piett”; “O rispiett”; “Sbatteva o core”. Tra gli altri performer: Tonino d’Ischia – alias Antonio Di Nola (che ironizza sul nome d’arte o pseudonimo di Peppino Di Capri, Giuseppe Faiella) e Alfonso Di Berardino – in arte Al Blasco. Tra l’altro, dopo aver anche composto spartiti con… doppi sensi – allusivi ma non volgari (per gli “Squallor”) – ecco in progetto con Al Blasco un “trittico” ideale sulle cantiche di Dante Alighieri: i regni ultramondani di Inferno, Purgatorio e Paradiso. E come non ricordare, tra altro, “A rosa spampanata”, musicata dall’artista locale Rosario Cavaliere e proposta dal gruppo folk “Kalimma”…

Una grande gavetta, quella del Nostro; tanti viaggi tra Milano, S. Severino ed altre località. Undici gli anni nei quali il Sanseverinese ha lavorato per la S.a.ar. srl – nota casa di produzione discografica settentrionale. E così, ma sempre con tanta modestia, egli ha conosciuto importanti “stelle” televisive o cinematografiche. Ma soprattutto egregi interpreti musicali. La S.a.ar. ha “scoperto” e/o “lanciato” star come Celentano; Tony Dallara; Fausto Leali. E così via… Tra il passato (così denso di positive esperienze), il presente e il… futuro: tutto proteso verso l’amore vero, puro. Accade così che negli ultimi anni Casale si proietta verso l’aldilà, ricordando la cara figlia. “Cancelle e canciello” – con l’ausilio e l’appoggio, l’amichevole partecipazione de “I Romans” – racconta proprio questo: un affetto ultraterreno, divino. Che né il tempo, né l’umanità perversa di questa terra potrà mai scalfire e indebolire… Il vernacolo può soltanto rendere più vivido quanto proposto in questi ultimi tempi da Casale; è una lingua schietta ed immediata. Per evocare fantasmi non tristi – bensì speranzosi, carichi di belle cose. Alla domanda: “Ci saranno altre fiere del disco, prossimamente, a S. Severino?” – l’autore risponde così: “Le fiere del disco a S. Severino sono nate grazie alle idee mie e di Imparato, ma una mia piccola provocazione sarebbe la parafrasi di una canzone di Battisti. Per una lira. Ovvero, per un euro. La provocazione consisterebbe nel donare tutti i miei prodotti – cd, vinili, cassette, 33 e 45 giri, magliette e gadget – al prezzo simbolico di un euro. Solo per il piacere della collezione, dello scambiare e dello stare assieme. Per un caffè, insomma”. Tanti gli aneddoti che riguardano il simpatico negoziante. “Io non sono Mogol, ma tu non sei Battisti – risponde ironicamente quando gli si rivolgono persone non famose. Intanto, però, viene ricordato anche dallo speaker Anthony Pasquale – un italoamericano – nel programma “Ciao, Tony” – in onda su Icn radio a New York. “La musica è sempre stata la mia ragione di vita – afferma Casale – quasi un rifugio, una seconda famiglia”. “Ciò che mi consente di sopravvivere ai miei dolori”. “A un giovane che voglia percorrere esclusivamente la strada della musica, verso il successo, io direi di considerarlo solo un hobby. Sconsiglio, attualmente, di intraprendere il difficile e tortuoso percorso. In questi tempi, il mercato è ormai saturo”. “Le fiere del disco – dichiara ancora l’intervistato, rispondendo alle nostre domande – sono invece ancora utili; come fatto culturale. La musica è cultura, può distogliere i giovani dalla strada”. Un vero e proprio profeta dei nostri tempi; delle nostre zone. Egli ha amato molto la sua S. Severino. Anche se, ora come ora, sembra che proprio la “mitica” Mercato S. Severino, questa fucina di talenti del passato (ricordiamo i fermenti degli anni ’60, ’70 e ’80 – con personaggi di tutto rispetto nel mondo della cultura e a livello sociale), stia un po’ lasciandosi andare. Sebbene il territorio pulluli di associazioni (più di cento) e di varie e qualificate, importanti iniziative culturali e sociali. Perché? Ai posteri, l’ardua sentenza – diceva il Manzoni… Il mondo deve essere salvato dai giovani. Ci auguriamo, noi che scriviamo, che l’esempio offerto da persone come Casale si propaghi alle nuove generazioni. Esse non devono abbattersi, dovranno continuare a lanciare messaggi e idee per rendere sempre più luminosa la stella del loro avvenire, anche a S. Severino. Soprattutto a S. Severino.