Roma: no allo stremo dei cavalli delle botticelle

Al giorno d’oggi non vi è alcuna esigenza che giustifichi l’impiego di animali per il trasporto. Il turista può disporre di molti mezzi di locomozione, confortevoli, rapidi, accessoriati per ogni esigenza, e decisamente più economici della botticella, senza che questo debba comportare lo sfruttamento ingiustificato di animali; i cavalli delle botticelle sono animali evidentemente sottoposti ad una condizione di sofferenza continua, essendo costretti a condizioni di lavoro disumane: l’animale costretto a trainare tutti i giorni carichi pesantissimi (800-900 Kg) viene condotto lungo strade a scorrimento veloce, in salita, sulla pavimentazione scivolosa e sconnessa dei san pietrini, dove le automobili e il frastuono del traffico lo terrorizzano, con conseguenze gravi, quali incidenti spesso mortali, come già avvenuto più volte; nella Roma odierna il traffico impazzito, il caos, lo smog, rendono questo mezzo di trasporto assolutamente non idoneo alle sopravvenute condizioni di congestione della città. La botticella si configura pertanto come una pratica del tutto anacronistica e senza dubbio crudele nei confronti dei cavalli; il fattore di rischio di incidenti è troppo elevato e scaturisce dall’incompatibilità  tra la natura stessa di questi animali, paurosi e vulnerabili, e lo stato di congestione delle strade di Roma. Molti cittadini chiedono: che venga abolita definitivamente l’istituzione della cosiddetta botticella e che venga quindi vietato in tutto il territorio del comune di Roma il trasporto di persone a mezzo di carrozze trainate da animali; che al limite – come fase transitoria – questa pratica venga confinata esclusivamente in parchi e giardini; che vengano proposte ai vetturini delle occupazioni alternative (taxi o risciò come in altre città  europee) Sarah May Grunwald

 

 

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