Proverbi africani: alimentazione e cibi
Padre Oliviero Ferro
Finalmente si mangia, direbbe qualcuno. Per questo ci ricordiamo che il cibo è un elemento essenziale della vita, perché aiuta a mantenere sempre più salde le energie utili sia al lavoro quotidiano, sia al miglioramento della propria salute e della vita in generale. L’etica però raccomanda di mangiare secondo alcune regole morali. Il cibo è un elemento fondamentale della comunione del tavolo, un fattore sociale della promozione e protezione delle relazioni interpersonali e del consolidamento della vita collettiva. Il cibo si mangia generalmente in gruppo. (Pensiamo all’accusa che nei Vangeli veniva rivolta a Gesù: mangione e beone. Lui dava molta importanza al mangiare insieme e durante una cena ci ha regalato l’Eucarestia). Non è consigliato né apprezzato il mangiare, volontariamente (o programmaticamente) da soli. Una persona che ha tale abitudine viene reputata ed accusata di essere un avaro, un egoista che si espone agli attacchi della stregoneria. Se la comunione della tavola è un luogo privilegiato per la marca dell’altruismo, della generosità e della comunione fraterna, l’etica stabilisce che il cibo del villaggio si consumi all’aria aperta oppure con la porta aperta.
Tale usanza implica l’apertura a chiunque (passante) abbia fame di raggiungere improvvisamente i consumatori e di mangiare una propria parte (lo si faceva in Italia tanto tempo fa e ancora oggi in alcune zone del Sud). Colpisce molto in Africa che colui che mangia per primo è l’uomo (essendo stato creato per primo?), poi le donne (ma non tutte) e alla fine i bambini che si dividono il riso o il bugali (polentina di manioca), facendone delle pallottoline e intingendole nel sugo (olio di palma! E pomodoro).
Ma dato che l’appetito vien mangiando, passiamo ai proverbi. “mangiare qualunque cosa gonfia lo stomaco, ma non sazia” (Basonge, Congo RDC) (occorre selezionare bene gli alimenti da consumare e saperli mangiare con modestia, senza golosità). E’ bene risposarsi dopo il cibo, per non avere disturbi gastrici (ricordiamoci uno dei principi della Scuola Medica Salernitana) “Il cibo appena mangiato rischia d’infiltrare nei ginocchi” (Xhosa, Sud Africa). E uno simile “Mangiare cibi senza distinzione, non è bene” (Minah, Benin) (mangiare con prudenza per prevenire effetti negativi sulla propria salute). Tra la bellezza e la gastronomia, gli africani danno la priorità alla seconda (un po’ come mi è successo una volta, quando arrivammo in cima a una collina, dissi che il panorama era bello, la risposta non fu molto incoraggiante…). “potrai portare tutti i gioielli del mondo, la cosa importante resta il cibo” (Baluba, Congo RDC) (più concreti di così!). Interessante quello che pensano i Ful del Cameroun “Per essere santi, bisogna aver mangiato” (una serena pratica delle virtù mortali e religiose richiede anzitutto una buona salute fisica). La tavola è sempre il luogo dove si regolano gli affari.
Vediamo nei grandi incontri internazionali, che dopo le chiacchiere, si passa sempre a tavola e spesso vi si risolvono i problemi. “Dove si mangia, è lì che si conversa” (Ivili, Congo Brazzaville). Se tu hai fame, rischi di fare guerra, se, come dicono i Baluba del Congo RDC “la fame è la madre delle liti, il cibo è il pane delle quiete conversazioni”. Per lavorare, bisogna avere lo stomaco pieno. “Ciò che lavora la terra è ciò che sta nello stomaco” (Dogon, Mali). Infine: “la prima fase dell’indovino sulla salute scende in gola” (Vai, Liberia) (la salute dipende dal regime alimentare e non dai maghi).