Salerno: alzata panno San Matteo, Arcivescovo Bellandi “Non perder speranza!”

Rita Occidente Lupo

Partito il conto alla rovescia per i solenni festeggiamenti patronali per San Matteo, che animeranno un mese, tra fede e cultura. Ieri sera l’alzata del panno, “pezzo di stoffa come un canovaccio di cucina”, ha spiegato il parroco della Cattedrale don Michele Pecoraro, che ha guidato il solenne momento, al termine della celebrazione eucaristica in Cripta.   Il primo anno per l’Arcivescovo Andrea Bellandi, che continua ad attirare i fedeli col suo sorriso bonario ed il tratto paterno.

Una figura carismatica, che ha riscosso il plauso anche dei numerosi portatori che, dopo le frizioni pregresse con l’Arcivescovo Moretti, guardano al nuovo Pastore diocesano con fiducia e simpatia. Il breve tratto processionale dalla Cripta, col braccio di San Matteo, alla presenza anche delle istituzioni civili e della Guardia di Finanza, che settimanalmente offre il proprio servizio nella vigilanza al Tesoro di San Matteo: Don Pecoraro ha ringraziato le istituzioni presenti, i Finanzieri e soprattutto l’Arcivescovo, che ha avuto il polso della pietà popolare per la numerosa folla assiepante il Quadriportico. Non cadere nello scetticismo, bandire la chiusura, alimentare la speranza evangelica, per poter incarnare le beatitudini, il suo messaggio nell’omelìa, che ha ricordato come il motto scelto nel suo stemma, a ricordo di Zaccheo, ascrivibile anche all’apostolo Matteo, che fu guardato e scelto, sì da capire che la vita ha un senso quando la si spende all’insegna non del proprio tornaconto e della diffidenza, ma dell’apertura solidale al prossimo. In tale cammino, sotto lo sguardo del Signore, della Madonna, dei Santi, la garanzia per i Salernitani dell’assistenza del Patrono “Salerno è mia e la difendo io!”.

Al termine dell’omelia, un folkloristico spettacolo pirotecnico, intorno alla scritta W San Matteo, ha polarizzato tutti con lo sguardo al cielo, tra entusiasmo e preghiere, non dimenticando l’Arcivescovo emerito Mons. Luigi Moretti, per il delicato momento di salute che sta vivendo.