Quarta Rete ultimo atto
Rita Occidente Lupo
Era nell’aria. Da anni la vicenda di Quarta Rete era nota a molti. E non solo Salernitani. Le alterne vicende di un’emittente che, a denti stretti, aveva tentato d’affrancarsi dalla sua genesi cavese son risultati inutili! In tanti a vestirsi da auguri occasionali, pronti a scommettere che prima o poi, il patron della Sanità campana, che nell’epoca d’oro dei camici bianchi, aveva agguantato e costruito il suo impero in breve tempo, grazie all’ammiccante politica del momento, prima o poi sarebbe ruzzolato, su quella stessa buccia di banana che i Cavesi gli tendevano ad ogni pie’ sospinto. Tanto tuonò che piovve. Anche se, a fine estate, i temporali sono rari. Ma forse proprio per questo maggiormente intensi. E devastanti sosterrebbe il direttore dell’emittente Aldo Bianchini, coriacemente fermo al suo piedistallo di affabulatore libero dell’informazione locale. Infatti, proprio a metà ottobre, il verdetto solenne: fallimento della Rtc spa., Società Editrice di Quarta Rete, nelle mani del maggiore azionista Leonardo Calabrese, imprenditore anche della Casa di cura La Quiete nonchè del centro polidiagnostico Cedisa. Con grande furore di tanti nemici, che in lunghi anni, avevano guardato sempre con diffidenza all’emergente ruolo che Calabrese andava assumendo ed al prestigio che l’aveva lusingato anche con la nomina, per ben due anni, di presidente del Club lionistico, Hippocratica Civitas. Ma se i vecchi creditori cavesi di Quarta rete, , finalmente han viste le proprie aspettative realizzate, col fallimento dell’emittente, gli attuali giornalist i della struttura, rimagono tra color che son sospesi. Il dramma dell’indecisione, la titubanza del futuro, l’imprevisto a tinte fosche. Con la pratica fallimentare, qualcuno ha avuto pietà non del outsider Calabrese, ma probabilmente dei dipendenti che, in lunghi anni, han tirato la cinghia del sacrificio in ogni modo. E, gratuitamente, spesso e volentieri! A partire dal direttore Bianchini, all’ultimo tecnico, che ha ricevuto il suo battesimo all’interno della struttura proprio alla vigilia del suo fallimento. Non credo che la pratica gestione del curatore, riuscito a strappare un trimestre di gestione provvisoria possa risolvere granchè. I tanti avvoltoi, un tempo pronti all’acquisto della struttura, sembrano ingoiati da un silenzio assordante. Forse perchè i politici amano chiacchierare. Raramente operare. Fortunatamente non tutti sono così ed alla vigilia delle prossime competizioni provinciali, c’è da rimanere in panchina a guardare. E ad aspettare che qualcuno dei tanti, insieme ad altri, davvero costituisca la cordata della salvezza per prelevare la storica emittente. Calerà il sipario su Quarta Rete il prossimo anno?Verranno oscurate le frequenze e l’era del digitale ancor più farà scappare qualche probabile acquirente? Al momento la redazione resta ferma al suo posto di lavoro come sempre. Stranamente non ha ancora ricevuto tangibile solidarietà da parte del mondo dell’informazione. Pare che la notizia sia passata in sordina. O che ormai non interessi più giacchè noi, produttori d’informazione, spesso le bruciamo le notizie, più che bucarle per cestinarle poi nel dimenticatoio. Succederà anche a chi ha sempre creduto in un’informazione libera, d’essere stato solo l’occasione per animare il gossip cittadino prenatalizio?