La Voce e la Vita della Chiesa: Pasquetta tra passato e futuro
Diacono Francesco Giglio
Non so se è capitato anche a voi in questi giorni di Coronavirus, distanziamento e obbligo di stare in casa, di risentire profumi ed odori scomparsi dalle nostre case. Lo stare chiusi in casa ha fatto riscoprire l’amore per la cucina e con la chiusura delle pasticcerie anche il desiderio degli antichi dolci fatti in casa. La famosa pastiera di grano, quella di riso, di maccheroni, la pizza “chiena”, i vari tipi di taralli, tutti piatti che appartengono alla nostra tradizione che ci sono state tramandate dalle generazioni passate.
Quest’atmosfera ci introduce alla odierna giornata: Il “Lunedì dell’Angelo” (detto anche lunedì di Pasqua), informalmente “Pasquetta”. Essa è per noi italiani sia una festa religiosa che civile. La definizione nasce dal fatto che in questo giorno, come raccontato dai Vangeli le donne vanno al sepolcro di Gesù per l’imbalsamazione del suo corpo, ma con grande stupore trovarono la tomba aperta e vuota.
Le tre donne, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe e Salomè, smarrite e preoccupate, cercavano di capire cosa fosse successo, quando videro un giovane vestito di bianco che disse loro: ” Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto.” (Mc 16,1-7). E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, ed esse si precipitarono a raccontare l’accaduto agli altri. La tradizione ha spostato il racconto di questo fatto dalla mattina di Pasqua al giorno successivo e cioè al lunedì. Nella liturgia cattolica questo giorno è indicato come “lunedì dell’Ottava di Pasqua” e non è giorno di precetto.
Nel nostro paese viene tradizionalmente inteso e festeggiato come una giornata da vivere all’aria aperta e quindi come una scampagnata fuori dalle città, divenendo un gioioso momento di condivisione e anche di degustazione. In tempi non condizionati dal Coronavirus era una gita fuori porta, con la famiglia e gli amici più cari, e quindi prevedeva un esodo quasi di massa finendo con il diventare un grande pic-nic sull’erba in cui non potevano mancare le grigliate e la consumazione di cibi particolari come la pizza di maccheroni, i carciofi arrostiti, le grigliate di carne, gli affettati di salumi, le soppressate, il casatiello, i formaggi e dolci vari naturalmente accompagnai da un buon vino paesano. Questo spirito festoso e gioviale serviva per vivere un giorno di spensierata felicità e soprattutto era un modo di rinsaldare una fraterna convivialità e condivisione tanto da annullare tutte quelle divisioni sociali, economiche e culturali, perché all’aria aperta e tutti uniti dalla medesima finalità si finiva con il sentirsi una sola e grande famiglia. In Italia questa giornata è considerata una festività sia civile che religiosa come avviene in molti comuni: a Nocera Inferiore (SA), ad esempio, presso il Santuario di Santa Maria dei Miracoli; a Sarno (SA), dove viene celebrato il pellegrinaggio verso il Santuario di Maria Santissima del Carmine al Castello; a Sant’Anastasia (NA), dove viene celebrata il pellegrinaggio dei “fujenti”della Madonna dell’Arco nel Santuario della Madonna dell’Arco; a Sala Consilina (SA), dove viene celebrata la festa della Madonna del Castello; a Parete (Caserta), dove viene celebrata la Festa patronale di Maria SS. della Rotonda; a Sessa Aurunca, dove viene celebrata la Festa patronale della Madonna del Popolo; a Piteglio (PT) e a Santa Venerina (CT) e Mongiuffi Melia (ME). In molte località la Pasquetta si celebra il martedì: a Montoro (AV) presso il Santuario dell’Incoronata; a Sessa Aurunca(CE); a Nocera Inferiore (SA), Giugliano (NA); a Marano (NA); a Parete (CE); a Nicosia (EN); a Castrovillari (CS); a Pallagorio (Crotone); a Venafro (IS); a Noicattaro (BA); a Formello (Roma) e a Copertino (LE).
Malgrado questo bellissimo excursus nella nostra variopinta e festosa Italia, a causa del Covid-19, mentre siamo al chiuso delle nostre case, non ci resta che sognare con la mente e il cuore di essere in uno di quei posti, dove in passato, abbiamo vissuto una lieta giornata in compagnia di parenti amici e conoscenti. Se forse una lacrima inumidirà i nostri occhi al pensiero di quanti non sono più in mezzo a noi, solleviamo il nostro bicchiere di acqua, di vino o di altra bevanda e anche se da soli auguriamo alla nostra Italia e al mondo intero: “Prosit e Buona Pasquetta 2020”, con la sicura speranza che l’anno 2021, con l’aiuto di Dio, sarà più ricco di pace, solidarietà e fraternità sia civile che religiosa.