Salerno: I ediz. Concorso “La magia del Natale in ogni tempo” – produzioni IC “Rita Levi Montalcini”
Dirigente Scolastica: Ida Lenza
Ins: Lerose Pierina- Antonella Fioravante
Chi ha sabotato il Natale?
Vi racconto una storia. Tutti gli anni, da tempi lontani, l’8 dicembre tutte le letterine dei bambini che fanno richiesta dei doni a Babbo Natale compaiono su delle lunghe pergamene. Il 24 dicembre di ogni anno, di sera, mentre tutte le persone dormono, dal camino si cala un omone grande e grosso dal cuore buono e lascia i doni richiesti sotto l’albero di Natale. Un anno però, mi raccontarono i nonni, non andò proprio così. L’8 dicembre di una mattina, al polo nord, i folletti corsero trafelati da Babbo Natale per dargli una brutta notizia: le pergamene erano vuote. Nessun bambino aveva richiesto i doni natalizi. Ma com’era possibile si chiese Babbo Natale? Nel grande vociare dei folletti tra le idee più bislacche e assurde sul perché, Babbo Natale zittì tutti col suo vocione e chiese ai due folletti più svegli, Santa e Claus, di investigare. Appena fu buio, i due folletti partirono con la turbo slitta trainata dalle renne ed entrarono nelle case per cercare indizi. In tutte le abitazioni trovarono letterine scritte ma senza il nome, non ancora pronte per essere mandate e sotto di esse un bigliettino bianco e rosso con tante stelline luccicanti con l’invito di mandare una mail per ricevere i doni desiderati. Lo stesso biglietto era presente in tante altre case. Durante la ricerca, Santa e Claus si imbatterono in una losca figura, che in maniera furtiva usciva da una finestra per poi rientrare in un’altra abitazione allo stesso modo. I due folletti scambiandosi uno sguardo d’intesa lo seguirono e scoprirono che era lui a mettere quei biglietti. Capito il motivo, i due si separarono. Santa continuò a seguire il sabotatore di letterine, mentre Claus tornò con la turbo slitta al polo nord. Babbo Natale ascoltò il racconto di Claus lisciandosi la candida barba e poi dopo aver riflettuto sul da farsi, decise che dovevano occuparsi solo loro tre della faccenda. Raggiunsero Santa, e appena il sabotatore uscì da una casa, lo intercettarono. Il tipo, colto di sorpresa non seppe cosa fare, e subito si arrese dinanzi ai tre. Babbo Natale, col suo animo buono, gli chiese gentilmente di spiegare cosa stesse facendo e perché non voleva che le letterine arrivassero a destinazione. Il sabotatore iniziò così a raccontare la sua storia: “Caro Babbo Natale, io sono nato in una famiglia normale, con né pochi né tanti soldi, non dirò né di aver subito ingiustizie dalle persone e né di aver sofferto per via di qualcuno. Però qualcosa in me di strano c’era. Fin da piccolo a scuola avevo difficoltà a scrivere, le parole non erano mai al posto giusto, mi apparivano sempre confuse e mai in ordine. Sembravano farmi i dispetti, come mi ripetevano i miei genitori. Io per scrivere dovevo farlo al computer. Per via di questa mia strana malattia, non sono mai riuscito a scrivere la letterina con le mie mani. Quando la scrivevo al pc sapevo che a farmi quei doni erano i miei genitori. Lo spirito del Natale io non l’ho mai vissuto. Questa è stata la mia sofferenza. Sono cresciuto circondato dalla tecnologia e non dalla magia; anzi, non per vantarmi, ma sono un mago della tecnologia. Tutti mi chiamano Pixelman. Per questo vorrei che tutti smettessero di scrivere letterine in maniera tradizionale e che mi inviassero le loro richieste con le mail. Le raccoglierei tutte insieme e provvederei a smistartele personalmente, ma… non so come fare!!! È l’unico modo che ho trovato per far sentire i bambini con la mia stessa malattia uguali a tutti gli altri”. Dopo aver finito di raccontare, sul viso di quell’uomo dall’animo bambino scese una lacrima che Babbo Natale raccolse delicatamente. Invece di arrabbiarsi, lo invitò a salire sulla slitta. Andarono tutti insieme al polo nord e lo fece entrare nell’immensa fabbrica dei giocattoli. Gli fece visitare reparti pieni di folletti che lavoravano a milioni di giocattoli mentre cantavano gioiosamente. Pixelman restò a bocca aperta, rapito da quell’atmosfera magica che avrebbe voluto vivere fin dall’infanzia. Babbo Natale allora lo guardò negli occhi e gli disse che lui e tutte le persone che avevano il suo stesso problema non erano malati come lui pensava, ma avevano ricevuto un dono: la sua generosità verso gli altri, che però stava mostrando nel modo sbagliato. “Possiamo unire le forze” disse Babbo Natale “La tecnologia non deve sovrapporsi al metodo originale, ma capisco la generosità nei confronti dei bambini che soffrono come te. La magia del Natale è nei nostri cuori e nei nostri pensieri. E’ quel desiderio di vivere insieme alle persone che amiamo uno dei momenti più belli che magicamente si ripete ogni anno con la nascita di Gesù Bambino. Lasciamo ai bambini la libertà di viverla come vogliono” finì di dire nel modo più sereno possibile. Pixelman decise di aiutare Babbo Natale ogni anno nella raccolta delle letterine. Sui biglietti natalizi i bambini venivano invitati a scrivere ed inviare i loro desideri nel modo che preferivano, perché i loro pensieri, comunque fossero stati espressi, sarebbero giunti a destinazione e si sarebbero realizzati.
Gabriele Malangone