Roma: SOS Ragazzi, via da Carta d’Identità “madre” e “padre”, ma Genitore 1 e Genitore 2, petizione popolare

Mentre l’attenzione mediatica è giustamente monopolizzata dalla crisi di governo, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, annuncia un ritorno ai genitori 1 e 2 sui documenti dei minori di 14 anni.

La ministra ha spiegato che la decisione si è resa necessaria per seguire le indicazioni del Garante per la protezione della privacy che ha rilevato criticità “nei casi nei quali i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale non siano riconducibili alla figura materna o paterna, ora espressamente previste”.

Durante il Question Time della scorsa settimana alla Camera, Lamorgese ha anche ricordato che già il 15 ottobre scorso era stata proposta la modifica del decreto ministeriale del 2015 per utilizzare, nella carta d’identità elettronica dei minori di 14 anni “la parola genitori, in sostituzione di padre e madre, per garantire conformità al quadro normativo introdotto dal Regolamento Europeo e superare le problematiche applicative segnalate dal Garante dei dati personali”. Nulla da fare. Forse.

Il nuovo schema di decreto ministeriale ha, sì, già ottenuto l’ok dei ministeri dell’Economia e della Pubblica Amministrazione, ma attende il parere del Garante della protezione dei dati. E poi toccherà comunque all’esame della conferenza Stato-Città. Ma non tutto è perduto.

Le diciture di “madre” e “padre” sulla carta d’identità erano ricomparse nel 2019, con la Lega, dopo essere state abolite nel 2015 da Renzi, in nome di un politically correct nei confronti delle famiglie arcobaleno.

Eppure “madre” e “padre” nulla hanno di scorretto o di patriarcale. Sono, al contrario, parole necessarie a definire i pilastri della famiglia, a sua volta cellula fondamentale di una società. Come insegnano studiosi di fama mondiale, del calibro del sociologo Pierpaolo Donati, nessuna realtà o comunità umana è mai riuscita a fare a meno di detta cellula, se non correndo un concreto rischio di estinzione. Ricordiamocene!

E molto preoccupa il precedente storico del Comunismo.

I libri di storia raccontano come i sovietici fecero di tutto per smantellare la “famiglia tradizionale” (abolendo il matrimonio religioso, introducendo il divorzio e un riconoscimento delle unioni di fatto). Prima del movimento Lgbt, già il Comunismo era convinto che “madre” e “padre”, dopotutto, non fossero così indispensabili né per un figlio né per la stessa società.

Abbiamo ancora bisogno di un padre e di una madre.

Oggi, nel 2021, questa tremenda crisi governativa e questo flagello del covid-19  dimostrano un disperato bisogno di padri e di madri!

Anche sui documenti, sulle carte d’identità: perché figli di quelle identità di madre e di padre.

Questo accanimento ideologico contro la famiglia sembra essere favorito dalla pandemia. La società si sta dimostrando tutto fuorché politically correct ed inclusiva.

Sta tentando di dimenticare la Storia e la biologia. In questo modo  destinati a soccombere.